di REDAZIONE
Un interessante editoriale del «Corriere del Veneto» sull’indipendenza del Popolo Veneto è stato pubblicato il 26 novembre scorso, a firma di Corrado Poli, con il titolo:«Perché dire sì al referendum» e con il sopratitolo: «Indipendenza e democrazia».
È una presa di posizione importante, «sana e positiva» nei toni e nei contenuti, che mostra come, finalmente, magari anche per motivi non del tutto disinteressati (ma questo a noi non interessa, per nulla), i mass media comincino a prendere sul serio il referendum approvato con Legge regionale n. 16 del 12 giugno c.a., anche se poi, i nostri diabolici politici, e i loro collaborazionisti dei mass media, hanno fatto e stanno facendo di tutto perché la gente se ne dimentichi, non ne parli e, dunque, non si arrivi alla consultazione referendaria.
I referendum sono una cosa seria, anche se non hanno valore ufficiale e sono autogestiti. Per questo non va sottovalutata l’iniziativa referendaria per l’ indipendenza del Veneto.
Recentemente in Europa sono stati celebrati referendum secessionisti in Crimea («illegale» ma vittorioso), in Scozia (ufficiale, con risicata vittoria dei governativi) e in Catalogna (legalmente inefficace ma vittorioso). Poche settimane fa in occasione del referendum scozzese il governo britannico ha condotto una violenta e scorretta campagna antisecessionista. Le promesse di larga autonomia di Londra sono state rimangiate al punto che i sondaggi prevedono la vittoria indipendentista se si rivotasse oggi. In Catalogna, è difficile definire «non ufficiale» un referendum al quale ha partecipato quasi la metà degli aventi diritto di voto.
Ci sono buone e diverse ragioni per essere contrari alla secessione di Scozia, Catalogna e Veneto. Critico la scorrettezza del «gioco sporco» del governo inglese ma lo apprezzo per avere comunque accettato la sfida. Capisco la contrarietà di Rajon, però in democrazia il consenso lo si guadagna sul campo, non negando il diritto all’autodeterminazione. Per questo sono favorevole al referendum veneto e spero che si celebri. La campagna referendaria servirà a chiarire ed elaborare idee oggi confuse e sgangherate. Sarà un evento utile per discutere di appartenenza nazionale ed Europea [chissà perché al maiuscolo. N.D.R.]. Il referendum costituirà una grande operazione di informazione ed educazione civica, che stabilirà i termini della convivenza per i futuri decenni..
Certo, questa competizione la si può evitare ricorrendo a cavilli burocratici e a «impossibilità» di qualsiasi genere. Ma la si potrebbe anche affrontare con buone ragioni, sapendole elaborare e sostenere. Si potrà discutere su molti aspetti: la reale convenienza economica, le radici storico-culturali, la configurazione geografica della nuova regione-stato. Ci si potrà domandare quali territori fanno parte del nuovo stato e se sia possibile aderirvi o rifiutarsi. Se Venezia votasse compatta contro l’indipendenza, la si potrebbe costringere ad annettersi al nuovo Stato? E il Pordenonese non potrebbe aspirare a farne parte? E le aree polesane di etnia celtico-ferrarese (così le definì un deputato leghista) cosa c’entrano col Veneto? I problemi sono moltissimi ma alle domande è (democraticamente) educato rispondere. E anche conveniente, purché si abbiano coraggio e idee.
Intanto e’ trattato da popolo italiano.
Quando va alla anagrafe italiana uno che e’ etno veneto dovrebbe per dignita’ se non saltro, dichiararsi di nazionalita’ veneta.
E dire all’ufficio italiano che lui non e’ veneto perche’ residente in regione italiana veneto, ma perche’ discende da un POPOLO DA SEMPRE ESISTITO IN TERRA DEI VENETI e cioe’ perche’ nella sua PATRIA se risiede appunto in terra veneta.
Come i Curdi, gli armeni, i pellirosse, i ceceni e ecc….
Ma il sonno che gli hanno iniettato in corpo e’ fortissimo: basta poi che contionuino a seguire i meneni itallici in televisione e in radio.
Anche in carta…
Ormai sentir parlare veneto da’ fastidio tanto parlano sempre in mediterraniko in tutti i posti di stato.
Fanno trasmissioni sui mafiosi, come per elogiare il loro fare. Questi dicono poi che sono contro la mafia: minkia che coerenti..!
E ce ne sarebbero da raccontare.
Ogni tanto sento qualche padano che ci racconta, per farci dormire meglio probabilmente, che cosi’ e che cosa’… di come l’e’ andata..!!
Per esempio’ l’unita’ forsoza di questo gran “belpaese” mafioso.
Non serve a nulla… non si vede che Salvini gli tocca andare al sudde per avere un certo consensa dato che al NODDE non arriva piu’ su del prefisso telefonico..??
Qualcuno brontola pure… e starnazza , ormai come tutti (siamo o no nel Campidoglio e quindi tutti ochi e oche?), che se va al sudde perde le piume del nodde (le piume sono le X che svolazzano secondo il vento che tira. Anzi. Senza vento vanno in qua e in la’..!! SPECIE AL NODDE).
Il sistema sta saltando e i midia a farci vedere che siamo “belpaese” e che qui si vive da SIGNORI e che non piobve mai perche’ siamo nel paese du sole e via a tarantella in tutti i posti dove si comanda.
E poi spunta un comico che fa DOTTRINA RELIGIOSA e i preti che fanno politica.
I sapiens (si fa per dire e ridere) insegnano a stare nel sonno e gli ignoranti o analfabeti devono darsi da fare per tirar avanti sto benedetto e insulso stato e status perche’ altrimenti l’e’ bel che finito il sogno dei kornuti padri e madri di questo, per tutti gli appunti, stato e status komunista.
La toponomastica e’ stracolma di nomi da conati continui e nessuno pensa di demolirli. Anzi. Demoliscono quelli che sono scritti in lingua locale.
Bisogna seguire i padri e madri kornuti da sempre e fare tutto italiano…!! Come voleva fare ADOLFO : si o no..??
I komunisti, e’ o no la dimostrazione che il komunismo e’ di DX, di SX e di CNT alla BISOGNA..?
Beh, potete continuare e sbizzarirvi tanto di carne al fuoco ne potete mettere all’infinito su sto kax di belpaese..!
Chiudo affermando che IL POPOLO DA SEMPRE NON E’ MAI STATO SOVRANO..!
E ripeto: perche’ il treno parta ci vuole il capotreno; perche’ un plotone marci ci vuole il tenente; perche’ l’orchestra suoni ci vuole il direttore d’orchestra… e cosi’ all’infinito.
Dunque?
SENZA UN CAPO NON SI VA DA NESSUNA PARTE..!
Che egli si chiami MOSE’ o ULISSE bnon importa, basta che ci sia..!!!
Oh, puo’ essere un gruppo che fa le veci del capo, non e’ necessario un solo uomo o donna.
Buone feste… in tutti i sensi.