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Ettore Gotti Tedeschi: l’Occidente ha dimezzato popolazione e Pil in 50 anni

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di FRANCO MONTANARI

La mattina di sabato 6 maggio, un po’ svogliatamente, faccio un giro al Festival malatestiano della libertà, a Cesena, per salutare qualche amico ed assistere all’intervento di Ettore Gotti Tedeschi, banchiere, già a capo dello Ior ai tempi di papa Benedetto XVI.

Avevo già avuto modo di approfondire il suo pensiero economico, dichiarandosi liberista e capitalista cattolico, e il suo intervento è stato senza dubbio di rilievo. Merce rara, nella nostra penisola di oggi. I temi sono quelli delicati della libertà d’impresa nel nostro paese, ma anche natalità e globalizzazione. Appena presa la parola, Gotti Tedeschi si ricollega subito al precedente intervento per affermare che “la dignità dell’uomo è il tema più importante dei prossimi tempi, perché verrà cancellata definitivamente”.

Passando al tema della sussidiarietà, caro ai cattolici di area liberale afferma che “l’unica sussidiarietà che conosco, quella vera, è al contrario: la famiglia è sussidiaria ai bisogni dello stato, da tutti i punti di vista; cerca di corregge la cattiva educazione delle scuole; mantiene i figli fino all’ultimo momento e se sono disoccupati li mantiene lei; mantiene e cura i vecchi, non tutti naturalmente, però la famiglia è sussidiaria allo stato e quando lo stato ha bisogno di mungere penalizza la famiglia. Io non ho mai visto nessun caso di sussidiarietà dello stato verso il cittadino”.

Poi, sul tema se esista libertà d’impresa nel nostro paese il suo contributo risulta fondamentale per capire la deriva economica dell’occidente in generale e dell’Italia in particolare. Afferma:

  • “Tre ragioni spiegano i dubbi che possiamo avere, il primo è riferito ai grandi cambiamenti economici degli ultimi cinquant’anni conseguenti al crollo della natalità degli anni ’70 modificando le regole dei mercati: l’occidente smette di produrre e diventa un’area competitiva solo di consumatori e fa produrre tutto all’oriente; questa delocalizzazione ha condizionato in maniera drammatica tutti gli imprenditori, a tutti i livelli, e hanno resistito solo quelli troppo grandi per fallire, ma se mi chiedete quali sono oggi le famiglie italiane a controllare queste grandi imprese, da cinquanta’anni a questa parte, non so se arrivo a ricordare due o tre nomi.
  • Seconda ragione, la più grave: pensateci, è finito l’imprenditore, non c’è più! É finito in una piccola nicchia, in una piccola azienda che opera in un piccolo settore di mercato. E chi è quindi che oggi comanda sul mercato, chi ha sostituito l’imprenditore? I fondi d’investimento. La globalizzazione ha comportato la necessità di essere grandi e di fare investimenti, e se non si hanno le risorse e manca l’appoggio delle banche, arrivano i fondi d’investimento. E il fondo prende il comando, facendo perdere all’impresa la visione a lungo termine, perché è gestito da un manager che forzerà i risultati aziendali per prendere il bonus e dare dividendi a fine anno, non fra dieci anni.
  • Terza ragione, la più inquietante, riguarda quello che sta succedendo nei mercati internazionali negli ultimi tempi; è persino stato coniato un nuovo termine: Nuovo capitalismo. Da cinque anni, non forse tutti l’hanno notato, c’è un nuovo capitalismo che sta imponendo il cambiamento strategico, d’investimento e gestionale a quasi tutte le imprese esistenti. Un rapporto dell’ Iref, uno dei maggiori centri studi francesi, sostanzialmente ci dice che il piano europeo per la transizione energetica creerà un deserto imprenditoriale nel vecchio continente. Come fa un imprenditore, con tutti i cambiamenti che ci sono stati, e che gli hanno imposto, ad adattarsi ininterrottamente a dei fenomeni che nemmeno riusciva a capire? Questo nuovo capitalismo è definito “inclusivo e sostenibile”. Io, che ho insegnato per dodici anni all’università, se andassi dagli studenti dell’ultimo anno a chiedere cosa significa inclusivo e sostenibile verrebbe fuori il libro delle puttanate! E i dibattiti su questi temi sono a senso unico!”

E ancora, sul crollo demografico, che affligge l’Italia in particolare:

  • “Io ho cominciato a studiarlo dal 1980 in McKinsey, quando studiavo i grandi cambiamenti economici, occupandomi del crollo della crescita della natalità sul ciclo economico. C’è molta confusione sul tema, da un lato chi chiede più figli, dall’altro chi li considera solo dei nuovi consumatori che avranno un impatto sull’ambiente, come da visione “progressista”. C’è una correlazione straordinaria tra crescita della popolazione e crescita economica, e nessuno l’ha mai messa in dubbio. Ogni essere umano esprime una domanda che andrà soddisfatta e tutto questo è ciclo economico. Negli anni settanta il mondo aveva quattro miliardi di abitanti, l’occidente uno; oggi la terra ha otto miliardi di abitanti e l’occidente sempre uno. É dell’occidente il problema. Il dibattito verte su uomo o alberi, ma siccome l’uomo oggi è antropologicamente considerato un bacillo con la dignità di una capra, un cancro della natura, come si può sperare di creare un dibattito serio su questo tema?
  • E in quest’ottica l’immigrazione serve solo a tenere bassi i salari aumentando un’offerta che andrà a soddisfare una domanda di lavoro a basso costo e impedendo una crescita dei salari che andrebbe a incidere positivamente sulle nascite. Il potere di acquisto di una coppia si è ridotto della metà in quarant’anni. Il problema è culturale, io e mia moglie abbiamo cinque figli, oggi undici nipoti, e di fronte ai miei interlocutori “progressisti” mi sentivo come un affiliato ad una setta religiosa. Una famosa rivista americana ha affermato recentemente che per fare aumentare il pil bisogna che le mogli lavorino così da aumentare la produzione di reddito. La mia risposta, mai pubblicata fu: se l’offerta di lavoro resta uguale, e la moglie va a lavorare, ci sarà un marito che sta a casa. Il pil e il reddito aumenteranno solo se la moglie andando a lavorare non escluderà il lavoro dell’ipotetico marito.
  • Abbiamo contraddetto tutte le leggi naturali. Le prime tre della Genesi: Dio creò uomo e donna; disse loro andate e moltiplicatevi; asservite la terra ad ogni essere vivente. La prima col gender è finita, la seconda è stata cancellata dai neo malthusiani e riguardo la terza l’uomo oggi è diventato al massimo il custode della natura che porta al guinzaglio gli animalini visto che per le strade delle città si vedono più cani che bambini. Il problema è quindi culturale, dobbiamo riconcepire il valore della famiglia, bistrattata da tutte le parti. E perché la famiglia è diventata la nemica del progressismo? Per una ragione molto semplice, perché dava educazione soggettiva ai figli e questo mondo globalizzato non vuole proprio questa, ma un’educazione uniforme, per evitare di creare conflitti sociali. Tutto questo è demoniaco. Serve una restaurazione, che è il contrario di una rivoluzione, perché la vocazione di un uomo e una donna è quella di fare famiglia e figli”.

Rispondendo infine alle domande dal pubblico cita il caso di un professore di Stanford, tal Paul Ehrlich, che negli anni settanta si fece sterilizzare in pubblico tramite vasectomia, affermando “Ho un figlio, è anche troppo e il nostro pianeta non può sopportare più di un figlio a coppia”. Oggi Ehlrich è consigliere di Papa Bergoglio. Questo si stava instillando nella testa dei ragazzi delle più prestigiose prima, poi in tutte le altre, università occidentali dando vita ad un tracollo valoriale, demografico ed economico rappresentato da un dato sempre citato da Gotti Tedeschi: nel 1970 l’occidente rappresentava il 25% della popolazione terrestre e controllava il 93% del Pil mondiale; oggi rappresentiamo il 12% della popolazione e produciamo il 43% di Pil. L’impoverimento portato dall’inverno demografico è quindi lampante.

Per finire ha parlato del caso dell’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Trump, nel 2016, in campagna elettorale, sferra un attacco diretto a tutto l’impianto ideologico che sta facendo perire la civiltà occidentale: “Si dichiara da subito pro vita, dubbioso sulle questioni ambientali, contrario alle teorie gender, contrario all’espansione della Nato ad est e si dichiara di sentirsi amico di Vladimir Putin e negli Stati Uniti sta per scoppiare una guerra civile”.

Conclude, Gotti Tedeschi, tirando in ballo il deep state americano oggi rappresentato da fondi di investimento, di cui è difficilissimo capire da chi sono controllati, e industria della difesa.

QUI L’INTERVENTO DI GOTTI TEDESCHI (UN’ORA E 33 MINUTI DALL’INIZIO DEL VIDEO)

 

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