di MATTEO CORSINI
Come tutte le principali banche centrali, anche la BCE sta lavorando al progetto di euro digitale. Che, come ho osservato più volte, non sarà altro che un diverso formato della stessa moneta fiat emessa dalla BCE stessa.
Nelle intenzioni delle banche centrali, le versioni digitali delle monete fiat dovrebbero agevolare i pagamenti, rendendoli meno onerosi, cercando anche di evitare lo spiazzamento da parte di monete alternative.
Non mancano le rassicurazioni circa il mantenimento dell’utilizzo dei contanti, anche se è abbastanza evidente che i sognatori di una cashless society vedano nello sviluppo delle monete digitali di banche centrali un passaggio per arrivare all’azzeramento dell’uso del contante.
Il problema, in tal caso, sarebbe tanto semplice quanto grande: la proprietà dei saldi di ogni individuo potrebbe essere in qualsiasi momento aggredita dalle pubbliche autorità. La stessa presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ammesso che l’euro digitale “tutelerà la privacy”, pur “senza il pieno anonimato come le banconote”.
Il punto è proprio questo: solo il contante è veramente anonimo. L’euro digitale non lo sarà affatto. Ognuno può poi sentirsi rassicurato dalle parole di Lagarde, ma resta il fatto che la quantità di privacy connessa all’euro digitale sarà determinata a livello legislativo.
Ciò equivale a lasciare le chiavi di casa in mano a chi ha dimostrato di avere un certo appetito per le proprietà altrui. Sarebbe consigliabile evitare.