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Euroasianismo: dalla russia con amore… e con pericolo

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di MARCELLO  CAROTI

eurasianismoSono andato alla conferenza, organizzata dalla Lega Nord, La sfida Euroasiatica della Russia del Prof. Alexander Dugin perchè non avevo mai sentito parlare di questo professore ed ero molto incuriosito da questa idea di un Movimento Eurasiatico. Questo mio articolo è stato scritto in base a quanto ascoltato alla conferenza e in base a una intervista rilasciata due anni fa alla casa editrice inglese Arktos che pubblica libri di autori della Nuova Destra europea tra i quali anche quelli del professore. Inoltre ho preso diverse informazioni dal movimento Alleanza Rivoluzionaria Globale, un’organizzazione inglese parallela al Movimento Eurasiatico, che sembra promuova le idee della Nuova Destra europea. Il Wall Street Journal ha descritto Dugin come un ultranazionalista russo ma a me è sembrato un po’ diverso. Per quello che mi è dato di capire la sua teoria eurasiatica non la si può ridurre al nazionalismo russo.

Che cosa è questo suo euroasianismo? L’euroasianismo vuole valorizzare tutte le culture e civiltà del pianeta combattendo gli universalismi che vogliono imporre un’omologazione unica a tutto il mondo e questo vale sia per l’universalismo occidentale che per quello islamico. Però, nella sua visione del mondo, è soprattutto il capitalismo liberale della Civiltà Occidentale che oggi tenta di imporre al mondo i suoi valori: l’economia di mercato, i diritti umani, il politicamente corretto, l’esaltazione dell’omosessualità, eccetera, dando luogo a un nuovo colonialismo. In effetti l’euroasianismo si pone all’opposto di tutti i nazionalismi perché ricerca la cooperazione di tutte le culture che vogliono conservare la propria identità. La Russia da sola non può offrire una valida opposizione, solo una alleanza di popoli diversi può avere la forza necessaria a bloccare i vari universalismi che vogliono imporsi su questo pianeta. Il movimento eurasiano dovrebbe promuovere una “visione globale e multipolare basata sulla dialettica delle civiltà”. Infatti la dialettica tra le civiltà può evitare lo scontro, mentre è la pretesa universalità del multiculturalismo dell’occidente che provoca gli scontri perché implica un’egemonia nascosta. “Noi difendiamo giustizia e dialogo e il diritto naturale di qualsiasi cultura a mantenere la sua identità e a perseguire ciò che vuole essere”.

In questa sua visione la Russia entra in gioco perché, su un piano geopolitico, solo la Russia ha i numeri per diventare un leader in quanto è già riuscita a difendere la propria identità in epoca zarista contro il cattolicesimo, il protestantesimo e l’occidente moderno e poi, in epoca sovietica, contro il capitalismo liberale. Oggi la Russia deve respingere definitivamente il marxismo perché “il marxismo è in se stesso la maggior radice delle idee distruttive che costituiscono la postmodernità” e fare alleanze con tutte le culture che rifiutano il globalismo, compreso l’islam, per “rovesciare il presente ordine di cose, di cui il fondamento potrebbe essere descritto come diritti umani, anti-gerarchia e politicamente corretto – tutto quello che è la faccia della Bestia, l’Anti-Cristo o, in altri termini, il Kali-Yuga”. Dugin sa che l’Islam è anch’esso universalista ma vuole avere anche gli islamici al suo fianco per lottare contro il capitalismo liberale che oggi è il nemico di tutti e quindi una specie di Male Assoluto.

Durante la conferenza il professore ha particolarmente insistito sui concetti di Radici e Tradizioni dei popoli perché sono queste che forniscono le basi della loro Spiritualità che, qualunque essa sia, è indispensabile in questa lotta. Dugin è molto critico dei tentativi dei cattolici di fare proseliti in Russia perché nessuno deve tentare di convertire gli altri. Per questa lotta contro la Bestia è indispensabile che ognuno resti ben saldo sulle proprie radici e tradizioni e quindi tutti i partecipanti
a questa alleanza devono rispettare la Spiritualità del proprio vicino. Questo nome di Eurasianismo viene dal fatto che si dovrebbe costituire un’alleanza tra Europa e Russia per contrastare l’aggressore principale, il Grande Satana: l’America. A suo vedere l’Europa è stata irretita dall’America e oggi è diventata un suo burattino dando luogo a politiche, dettate dall’America, che sono un tradimento delle sue proprie radici e tradizioni. Questo si è reso tragicamente evidente quando l’Unione Europea si è macchiata di sangue innocente con l’appoggio dato, assieme all’America, alla rivolta di Maidan che è stato un colpo di stato illegittimo contro un governo regolarmente costituito e ha provocato una guerra civile in Ukraina.

Durante la conferenza sono rimasto sorpreso da come il professore abbia parlato in italiano e abbia espresso correttamente dei concetti non facili da comunicare, inoltre, ho apprezzato i suoi modi corretti nel respingere un intervento di un ascoltatore che stava portando il discorso su argomentazioni anti-semite.

Dopo aver brevemente illustrato le teorie del prof. Dugin, appare chiaro il motivo per cui la Lega Nord ha organizzato questa conferenza; radici e tradizioni sono (giustamente) elementi molto cari ai leghisti. Io, però, ho sentito il bisogno di presentare ai lettori la mia opinione critica delle teorie del professore perché le considero pericolose per chi vuole affrancarsi da questa Italia e da questa Unione Sovietica Europea. La sua fanatica opposizione a quella che lui chiama la Civiltà Occidentale è indirizzata sull’obbiettivo sbagliato. La cultura che oggi l’America sta diffondendo nel mondo non sono i valori della civiltà occidentale, è la manifestazione di una sua patologia che si chiama decadenza. Questa patologia non è stata prodotta in America, è stata iniziata in Europa col socialismo e col nazionalismo, l’America le ha assorbite da noi e oggi ce le sta rimandando indietro, rielaborate dalla sua cultura, ma non sono una produzione americana, sono state tutte prodotte in Europa. Il professor Dugin non sa che questo scambio è normale nei rapporti Europa-America. Infatti, la civiltà occidentale è iniziata in America da idee tutte prodotte in Europa e diffuse da europei, costretti a fuggire da regimi persecutori, che in America trovarono un ambiente favorevole alle innovazioni e quindi hanno potuto rielaborarle e metterle in pratica. L’antischiavismo, l’etica del lavoro, il libero mercato, la democrazia, i diritti dell’individuo sono tutti stati inventati in Europa.

’America, con la sua rivoluzione, ci ha rimandato indietro queste idee rielaborate e messe assieme in un nuovo sistema politico amministrativo suo originale, ma era tutta roba europea. Questo nuovo sistema politico, culturale, amministrativo è stato il punto di inizio della odierna Civiltà Occidentale. In Europa queste idee, rielaborate ulteriormente dalla rivoluzione francese, hanno però prodotto regimi (giacobinismo, nazionalismo, socialismo, eccetera) che hanno avviato l’Europa su una strada diversa da quella Americana producendo due culture diverse pur essendo entrambe appartenenti alla civiltà occidentale. Dopo due guerre mondiali queste due culture si stanno reintegrando in una specie di “cultura transatlantica” che oggi è il tumore maligno che sta annientando la nostra civiltà occidentale perché l’Europa ha contagiato l’America col suo nichilismo producendo in America questa cultura del politicamente corretto che è l’antitesi della civiltà occidentale. Questa idea di staccare l’Europa dall’America per associarla in un movimento Eurasiatico ci sembra estremamente stravagante e fuori dalla realtà perché questa cultura che lui condanna è una produzione Europea quanto Americana. Esistono in Europa (e anche in America) diversi movimenti anti-decadenza ma hanno su questo argomento delle idee molto confuse (come il professore) e sono troppo piccoli. In Italia la Lega ha ottenuto un successo col 6% dei voti; il professore dovrebbe dirci cosa ci potremmo fare con il restante 94% di italiani.

Comunque, è vero che esistono delle idee originali europee non condivise con l’America. L’analisi di questi elementi politico culturali originali dell’Europa e che la contraddistinguono dall’America è molto interessante e ci apre degli scenari ancora più preoccupanti. Il professore non sa che quell’immagine che lo ha conquistato, il Grande Satana America, è stata prodotta in America da Jane Fonda & Co. per essere diffusa in tutto il mondo. Il Grande Satana America non è un’invenzione degli ayatollah e nemmeno dei comunisti è “made in the USA”. Quando lui denuncia l’America, lui non sa quanti americani fa felici (il loro presidente innanzi tutto). Questo è successo perché nel dopoguerra l’Europa ha contagiato l’America con i suoi elementi culturali originali non americani: nazi-fascismo e comunismo. Ora se consideriamo che il professore respinge il marxismo, a quale altro elemento culturale europeo si potrebbe appoggiare il suo movimento euroasiatico? Se a questa considerazione aggiungiamo che il professore dichiara: “Considero Evola anche come un maestro e una figura simbolica della rivolta finale e del grande risorgimento”, cosa possiamo dedurre? Julius Evola era un “filosofo” italiano totalmente compromesso con l’intellettualità nazi-fascista degli anni ‘30.
Dove ci vuole portare professore?

Io non penso che il professor Dugin sia un ultranazionalista russo. Io penso sia un normalissimo, tradizionalissimo intellettuale russo nella tradizione di Tolstoj e Solzenicyn. Un figlio della Grande Madre Russia quindi geneticamente paranoico, naturalmente nazional socialista e religiosamente illiberale. Essendo cresciuto nel regime Sovietico non sa di cosa sta parlando quando condanna la Civiltà Occidentale e il capitalismo liberale; lui li ha conosciuti attraverso la paranoia sovietica.

Ci rendiamo conto che la Lega Nord, come tutti i movimenti che combattono il “pensiero unico”, desideri collaborare con il Movimento Eurasiatico perché nelle guerre gli alleati e i nemici non ce li possiamo scegliere e l’appello di Dugin a conservare le proprie radici e tradizioni è sicuramente un elemento importante nella lotta contro i progressisti. Però, proprio per l’importanza che dobbiamo dare alle nostre radici, penso che sia indispensabile chiarire al nostro elettorato della Padania che le nostre radici non sono nell’Eurasianismo perché sono altrove. La lotta che stiamo facendo contro il progressismo cristiano-socialista per recuperare i valori della nostra civiltà occidentale la dobbiamo fare assieme all’America perché con lei siamo nati e con lei moriremo. Se i popoli della Padania possono avere un futuro, lo avranno solamente creando sinergie con movimenti americani che si battono, come facciamo noi, per salvare la nostra civiltà dall’estinzione.

Dobbiamo fare tesoro dei consigli del professor Dugin e ripartire dalle nostre radici. E’ già attivo in Italia da tempo un movimento, l’americanissimo Tea Party, che è l’espressione dei valori fondanti la nostra civiltà. E’ stato con il Tea Party che è iniziata la nostra Civiltà Occidentale ed è da questi valori che dobbiamo ripartire: etica del lavoro, laicità, economia di mercato, democrazia, capitalismo, diritti dell’individuo. Sono questi i valori che ci hanno fatto diventare quello che siamo oggi: la Civiltà Occidentale, appunto.

www.academia.edu/MarcelloCaroti

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5 COMMENTS

  1. kondivido l’opinione dell’artikolista … avrei altre kose interessanti da aggiungere al riguardo …

  2. La china presa dagli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale non deriva dall’estremizzazione di idee liberali, bensì di idee stataliste. La decadenza del federalimo americano è frutto della vittoria del centralismo e dell’interventismo statale sull’autodeterminazione delle realtà federate. Statalismo e centralismo sono legacies dello stato moderno europeo, raccolte e rivedute in salse locali sia da USA che da URSS. La riscossa contro tutti gli espansionismi e contro tutti gli universalismi verrà da un’unione politica stabile tra tutti coloro che non vogliono più saperne dello stato moderno. Sperare che un allievo della propaganda sovietica colga a fondo questo punto è come sperare che a capirlo sia una setta di fascionazionalisti in cravatta verde.

  3. Putin e il suo intellettuale di corte Dugin non hanno nulla da insegnarci sulla preservazione della cultura o dei popoli autoctoni d’Europa, e Igor Artemov ne sa qualcosa. Migliaia di russi etnici languono nelle carceri per aver contrastato l’immigrazione interna proveniente dall’Asia centrale. Nella Federazione russa le stesse leggi bavaglio che prevalgono in Europa contro il vilipendio e la diffamazione etnica servono per zittire le voci di protesta contro il multiculturalismo. Tutto il mondo è paese.

  4. Il Tea Party americano è un movimento de facto di resistenza bianca, anche se non si definirebbe mai consapevolmente come tale. Rappresenta i tradizionali valori degli americani di origine europea, e per questo è stigmatizzato dall’élite di Washington, Hollywood e New York.

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