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Evade 21 euro e viene condannato a due mesi di carcere

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da ALTRE FONTI Hai voglia a spiegare ai giudici che per un importo così non valeva la pena falsificare una fattura. Come pure è stato vano, dopo la condanna in primo grado, il ricorso in appello e poi in Cassazione. Quei 21 euro e 51 centesimi di evasione fiscale gli sono costati comunque una condanna definitiva a due mesi e 20 giorni di reclusione. Pena sospesa ma ugualmente pesantissima. È la storia di un imprenditore di Latina, G.C., incappato nelle maglie della giustizia per colpa della dichiarazione dei redditi del 2004. All'uomo erano state contestate, fin dal 2007, fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di 107,59 euro, con la conseguente sottrazione al fisco di un introito Iva, appunto, di 21,51 euro. Niente a che vedere, certamente, con le grandi evasioni milionarie di cui si sente spesso parlare ma secondo i giudici comunque abbastanza da richiedere una punizione esemplare. Tanto più, hanno rilevato i magistrati della suprema corte, che le inda
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