di AURELIO MUSTACCIUOLI
Non giochiamo con le parole. Il vero liberalismo non può prescindere da un punto fondamentale, lo stato non può appropriarsi delle risorse dei cittadini oltre ogni limite e senza chiederne l’autorizzazione. Pertanto non si possono dare allo stato gli strumenti per poterlo fare.
Quali sono questi strumenti? Limitare l’uso del nostro denaro (ad esempio, ma non solo, limitando l’uso del contante), escludere la possibilità di difenderci usando armi, gestire liberamente il nostro corpo (ad esempio obbligandoci a terapie mediche/vaccinazioni), vietare la libertà di movimento, limitare il diritto a intraprendere, a fare transazioni volontarie, a esprimersi, ecc. Tutti modi che uno stato può usare per semplificare la sua attività di espansione arbitraria e di esproprio coatto delle risorse dei cittadini.
Il modo con cui gli stati affermano il loro diritto a queste azioni è subdolo, perché è sempre in nome di un bene collettivo superiore. Ma non può esistere un bene collettivo che si fondi sulla negazione del bene individuale.
La storia poi insegna, senza alcuna eccezione, che se uno stato ha a disposizione questi strumenti, prima o poi li userà per espandere se stesso senza chiederne il permesso. Non può essergli consentito.
Non rendersene conto è da sprovveduti, approvarlo è da socialisti. Nessuna persona che approvi l’uso di questi strumenti, anche solo in circostanze considerate eccezionali, può usare la radice “liber” nelle parole usate per autodefinirsi.