di MASSIMO LEMBO
Periodicamente ritorna in auge il tema della riforma delle banche popolari, ma non se ne comprende sino in fondo il perché.
Sembra infatti più argomento per indire dotti e fantasiosi convegni oppure frutto di una posizione ideologica piuttosto che una valutazione pragmatica che certo renderebbe maggiormente comprensibile ed attuale la tematica.
Occorre fare una premessa: il modello della banca popolare esiste da più di un secolo in Italia (e non solo) ed ha offerto nel tempo rarissimi casi di inefficienza come, in epoca recente, quello della Banca Popolare di Milano. Da qui a stabilire che il modello debba essere cambiato ne passa.
Si sono coniati o utilizzati a piene mani termini sinora inusuali quali “contendibilità” ed “autoreferenzialità”; le banche popolari non sarebbero contendibili ed i consigli di amministrazione delle stesse sarebbero autoreferenziali.
Più in particolare, si evidenzia come le banche non siano contendibili perché