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Fabregas: “lasciate che i catalani votino, come gli scozzesi”

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fabregasdi MARIETTO CERNEAZ

Manca un mese al referendum del 9 novembre, che per ora non è dato sapere se verrà rinviato oppure no, e il presidente della Generalitat, Artur Mas, ha invitato la società catalana ad essere in prima linea per difendere non solo il bisogno di autogoverno della Catalogna, ma anche la sua dignità. “Non è solo una questione di risorse e strumenti – ha detto Mas – ma è importante anche sentirsi rispettati per ciò che voi rappresentate (…) e in Catalogna ci sono molte persone che si sentono poco rispettate”.

Il governo è “un osso duro da pelare”, ha metaforicamente fatto capire Mas ai suoi concittadini. E che Madrid non ne voglia sapere di libertà per Barcellona e dintorni, lo dimostra la presentazione fatta oggi dell’edizione digitale catalana del quotidiano nazionalista per antomasia “El Pais”, nata appositamente per delegittimare le ragioni degli indipendentisti.

Intanto, però, si intensifica la campagna ‘Ara es l’hora’ promossa dall’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e da Omnium cultual che lancia una nuova iniziativa pubblicitaria per le strade di accesso alla capitale. Otto grandi schermi a LED che proiettano messaggi e post personalizzati dagli utenti web e personaggi famosi, che spiegano copme sarà il nuovo paese. Ad oggi si è aggiunto il drammaturgo George Galceran, la chef Ada Parellada e il musicista Quimi Portet. Tra i testimonial di un certo peso, anche uno sportivo di fama internazionale, l’ex Barca Cesc Fabregas, ora in forza al Chelsea, che è a favore della consultazione: ” Penso che il 9 novembre la gente dovrebbe avere il diritto di votare e di esprimere liberamente ciò pensa”. Lo ha detto in una dichiarazione di questo pomeriggio su “Radio Marca”. Durante l’intervista, il giocatore – scrive il quotidiano www.elsingular.cat – ha rilevato che “se la gente lo vuole fare deve poterlo, senza che nessuno se ne risenta”. E ha citato la Scozia “dove la gente ha deciso quel che voleva”. Fabregas ha anche affermato: “Mi sento catalano, anche se il mio passaporto dice che sono spagnolo. Sono catalano e spagnolo”. 

Comunque la Spagna non ne vuol sentire e l’Avvocatura di Stato ha impugnato davanti al Tribunale Costituzionale anche la Commissione di vigilanza per il 9-N, creata solo qualche giorno fa dal governo catalano.

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