di PAOLO L. BERNARDINI
Riflettendo sulla festa della menzogna, l’apoteosi del falso, cui assistiamo da un anno e sette mesi – i teatrini sono i media e le marionette i giornalisti – mi sono posto un’altra volta una domanda che mi sono posta spesso in passato, da storico della prima età moderna. Quando nasce la stampa, e immediatamente dopo essa dà luogo al giornalismo nelle sue forme primordiali, qual è il legame tra possibilità di trasmettere una “notizia”, tra il “dire qualcosa”, e il “dire la verità”?
Infatti, logicamente, non vi è alcuna necessità, trovato il mezzo di diffusione della “notizia”, di dire anche la “verità”. Perché mai si dovrebbe dire la verità, chi o cosa obbliga a questo? In realtà, da sempre, gli interessi legati alla possibilità di dire qualcosa al maggior numero di persone, sono tali da influenzare la qualità della notizia, per cui molto più spesso conviene dire il falso, piuttosto che il vero. Se poi con la modern