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Fare business? l’italia è da evitare. 145ª su 158 paesi per pressione fiscale

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italia affondadi REDAZIONE

L’Italia scende ancora nella classifica compilata dalla Banca Mondiale sui Paesi dove è più facile fare impresa. L’Italia si colloca al 56esimo posto, in discesa di quattro posizioni rispetto all’anno scorso, mentre ai vertici della graduatoria «Doing Business» si trovano Singapore, Nuova Zelanda e Hong Kong.

ITALIA SCENDE ANCORA – La Banca Mondiale ha diffuso la nuova edizione di «Doing Business», la graduatoria dove sono elencati 189 Paesi per facilità di condurre impresa e svolgere affari economici. L’Italia ha chiuso ancora una volta in una posizione arretrata, al 56esimo posto complessivo, dietro alle maggiore Nazioni industrializzate. Il nostro Paese ha perso 4 posizioni rispetto al 2013, in questa graduatoria elaborata ogni anno dagli esperti del WB che prende in considerazione parametri quali la tempistica necessaria per aprire così come chiudere un’attività imprenditoriale, ottenere i permessi di costruzione, la pressione fiscale, i tempi di allacciamento all’elettricità, il trasferimento di proprietà, l’accesso al credito, la protezione degli investitori di minoranza,l’interscambio commerciale con le altre economie straniere, l’esecuzione dei contratti e le leggi che disciplinano l’esercizio fallimentare. L’Italia è la terzultima nazione dell’eurozona: solo Grecia e Cipro sono collocati in una posizione peggiore, rispettivamente la 61esima e 64esima posizione.

I PROBLEMI DELL’IMPRESA IN ITALIA – I valori peggiori rilevati dalla graduatoria di «Doing Business» riguardano l’esecuzione dei contratti, dove l’Italia è 145esima, la pressione fiscale, che colloca il nostro Paese al 141esimo posto con un Total tax rate del 65% sui profitti aziendali. Sopra quota 100, quindi tra gli ultimi a livello globale, sono anche i parametri per l’ottenimento delle licenze edilizie dove siamo stimati in 116esima posizione, e l’allacciamento all’elettricità, al 102esimo posto. I dati della World Bank evidenziano come un’impresa abbia bisogno di più di 1000 giorni per far rispettare un contratto, così come servano oltre 200 per ottenere un permesso edilizio. Le lungaggini burocratiche e un’eccessiva pressione fiscale rendono particolarmente difficile fare impresa in Italia, come ormai si sa da diversi anni. Negativo anche il dato dell’erogazione del credito, che mette il nostro Paese all’89esimo posto, mentre il giudizio più positivo viene espresso per tutela dei soci di minoranza di una società. Le modalità di risoluzione dell’insolvenza, il trasferimento di proprietà e l’interscambio con l’estero ci collocano in posizioni migliori rispetto al piazzamento complessivo ottenuto nella graduatoria della World Bank.

LA CLASSIFICA DELLA WORLD BANK – Singapore, Nuova Zelanda e Hong Kong sono le prime 3 nazioni al mondo per facilità di fare impresa secondo la graduatoria di «Doing Business». Tra le Nazioni europee più attrattive per le imprese ci sono la Danimarca, la Norvegia, il Regno Unito e la Finlandia, che si trovano nelle prime dieci posizioni di questa classifica. La Germania ha perso alcune posizioni e ora si trova al 14esimo posto, mentre la Francia si trova circa a metà tra la più grande Nazione dell’eurozona e il nostro Paese, alla 31esima piazza. Vicina è la Spagna, al 33esimo, mentre due Paesi in eurocrisi come Irlanda e Portogallo si trovano in posizioni piuttosto avanzata. Gli Stati Uniti sono settimi a livello globale per attrattività per le imprese, mentre la Cina è solo novantesima. Male anche altri Paesi emergenti come Brasile e India, collocati dopo la 100esima posizione.

TRATTO DA GIORNALETTISMO

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