di ALFREDO MOROSETTI
Vivo in uno stato di non piccolo sconforto. Mi rendo conto che proprio tutti, se non un infima ma proprio infima minoranza, non si rende conto della realtà in cui vive. Più orribili di tutti quelli che fino a ieri hanno urlato allo stato padre-padrone, che hanno sbeffeggiato il politically correct, che hanno maledetto la burocratizzazzione di ogni aspetto della vita sociale, che hanno denunciato la fine della proprietà privata, la moneta fiat, il controllo telematico di ogni momento della vita.
Ebbene la più parte si sono messi ieri la medaglietta per entrare al bar e al cinema e oggi inneggiano all’imperialismo americano, al suo cane fedele, cioè i padroni burocrati della Ue, e parlano di civiltà della libertà contro l’oscuro tiranno.
Ti rendi conto che non sono nemmeno cattivi, dei semplici burattini che parlano a macchinetta caricata da un’infinità di pregiudizi e pensieri non pensati, ma alla fine della fiera bisognosi solo di obbedire a qualcosa di solido e tranquillizzante: la favola che sentono nell’aria e dice loro che in fondo meglio di come sono le cose non potrebbero essere.