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Foresti, cittadini, nobilomini: diventare veneziano nella serenissima

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di PAOLO L. BERNARDINI Pur di acquisire nuovo consenso e nuove dita votanti (mentre le teste pensanti continuano ad emigrare), l’Italia darebbe la cittadinanza non solo a cani e porci, alla fine animali utili e piacevoli, ma a criminali d’ogni sorta, pronti a giurare sul tricolore infinita fedeltà a stupro e omicidio. Altrimenti, con il calo demografico in corso – gli italiani che non fanno più figli, molti, probabilmente, per non fornire nuovi ostaggi al sistema – difficilmente la fatidica soglia dei 60 milioni sarebbe, seppur di poco, superata. Giova quindi, per poi cercare di applicarla al futuro Veneto libero, riflettere sulla procedura di ottenimento della cittadinanza, e talora del patriziato, nella repubblica di San Marco. Storia lunga e complessa, su cui certo non mancano gli studi, poiché in 1100 anni codesta procedura è stata soggetta a molti cambiamenti, a partire naturalmente dalla base giuridica anche del diritto veneziano, il diritto romano. Storia legat
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