di CARLO MELINA
Vendi tutto quello che hai e vai in Repubblica Ceca. Al resto ci pensa Ersilio Gallimberti, consulente per aziende italiane che vogliano delocalizzare. O, intelligentemente, chiudere ogni rapporto con lo Stato più parassitario del mondo: la serva Italia, di dolore ostello. Gallimberti non ha studiato alla Bocconi, non guida una Ferrari e non è nato a Manhattan, ma ad Adria, nella perenta provincia di Rovigo. Beve birra e fuma il sigaro: “in Repubblica Ceca l’inverno è rigido, ma si può fumare nelle osterie” rassicura. E, cosa che interessa di più, non mantiene nani e ballerine da una ventina d’anni.
“Nel 1996 ho capito come giravano le cose. Ho chiuso la partita iva e me ne sono andato. Prima in Polonia, dove smerciavo cristalleria, poi in Repubblica Ceca. La cosa ha sorpreso alcuni amici, che, insistentemente, mi chiedevano se fosse davvero vantaggioso starsene lontani da Roma. – spiega al telefono – E, soprattutto, come potessero fare per imit
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