Approvata la scorsa settimana la tanto attesa Riforma Fiscale, entrerà in vigore a gennaio 2015. La Riforma è stata approvata fondamentalmente con il fine di avvantaggiare milioni di contribuenti mediante la riduzione dell’IRPEF e anche della RITENUTA per gli Autonomi, delle imposte per le IMPRESE, delle imposte per la CASA, ecc.
Per IRPEF il tipo minimo (scaglione, ndr) passerà al 20% nel 2015 e scenderà al 19% nel 2016, tenuto conto che attualmente è il 24,75%, si abbasserà anche il “minimo familiare” per poter ottenere benefici sociali per le famiglie e persone disabili, i CONTRIBUENTI CON REDDITO BASSO, al di sotto dei dodicimila euro annuali, dal prossimo anno smetteranno di tributare, si prevede quindi che circa un milione e mezzo di persone beneficeranno di questa esenzione. E’ prevista anche una riduzione delle imposte sul RISPARMIO, si passerà dal 21% al 20% nel 2015 fino a giungere al 19% nel 2016. E’ prevista anche una semplificazione del regime di estimazione diretta “PER MODULO”, abbassando i livelli di esclusione sulle entrate e sulle attività che fatturino meno del 50% alle persone fisiche. Anche le imposte sulle SOCIETA’ incorporano un abbassamento della pressione fiscale, misure per incentivare la competitività delle imprese e semplificazione delle deduzioni con riduzione dell’aliquota generale.
Per i lavoratori AUTONOMI, già in vigore, dal passato mese di luglio, il tipo di “RETENCIÓN” con reddito inferiore a 15.000 euro è passato dal 21% al 15%, mentre per tutti gli altri dal prossimo anno si passerà al 20% per applicare poi il 19% nel 2016. Per la CASA i contribuenti con più di 65 anni saranno esenti dal pagamento della PLUSVALIA se reinvestono questo importo in una rendita vitalizia ove il valore del bene immobile non superi i 240.000 euro. A prima vista sembra una Riforma positiva, anche se nasconde qualche sorpresa: per esempio l’Associazione ASINVER (Associazione Europea di Investitori Professionali) ha già denunciato la Spagna per la EXIT TAX o IMPOSTA DI USCITA che si applica per il solo fatto che una persona abbia spostato il suo domicilio. Questa è tassa prevista nella Riforma a discapito di coloro che decideranno di cambiare paese, questo nonostante l’esistenza della normativa sulla libera circolazione dei cittadini all’interno dei paesi dell’Unione Europea.