di PIETRO AGRIESTI
Esiste un largo schieramento di persone per cui lotta al cambiamento climatico, lotta al razzismo, lotta all’imperialismo, lotta ai combustibili fossili, ecologismo, giustizia sociale, etc…, tutte queste cose… e in generale tutte le grandi battaglie per la giustizia, il progresso, il benessere dell’umanità si possono mettere in un unico calderone e riassumere sotto un solo nome “anti capitalismo”.
È chiaro cosa si indica con questo nome: il mercato, la competizione, il profitto, le imprese, il lavoro salariato, la concorrenza, etc… e in definitiva la proprietà privata e la concezione liberale dei diritti individuali.
È chiaro che da parte loro quando vedono qualcuno difendere qualcosa di tutto ciò lo considerano immediatamente e tutto insieme accusabile di razzismo, suprematismo, fascismo, avidità, egoismo, estremismo, genocidio, etc… in una gigantesca e indiscriminata reductio ad hitlerum, che dal loro punto è però ben motivata. Ed è chiaro che chi è una di queste cose è anche tutte le altre, e chi è tutto questo è un mostro, è un assassino, è pericoloso ed è immediatamente incompatibile con la democrazia, la società civile, etc.. e nell’ipotesi più caritatevole è un malato di mente e non è certo una persona con cui si può convivere pacificamente.
Se questo non è un movimento estremista, fondamentalista, violento, folle e pericoloso – come l’Isis, il nazismo o il comunismo – cosa lo è?
Per chiunque non sia pazzo dovrebbe essere immediatamente evidente che l’eliminazione del mercato, della competizione, del profitto, della concorrenza, della proprietà privata e della concezione liberale dei diritti individuali, getterebbe la società nel caos, e genererebbe tragedie paragonabili solo a quelle dello stalinismo o del maoismo, e che il tipo di regime necessario a provarci è un regime totalitario paragonabile appunto solo a quelli nazisti e comunisti.