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Gli indipendentisti veneti sono diversi dagli altri

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venetidi ENZO TRENTIN

In guerra, la verità è la prima vittima. Lo scrisse già Eschilo, il drammaturgo greco vissuto tra il 525-456 a.C.

Quella rituale e incruenta “guerra” che è una campagna elettorale produce la stessa vittima: la verità. E, parallelamente, abbiamo visto molti indipendentisti veneti subornati dall’ambizione di – sì e no – una dozzina di ambiziosi pseudo leader, accapigliarsi nei social network con reciproci insulti e accuse a sostegno di eccentriche tesi. Ovvero i frutti avvelenati d’una partitocrazia inadeguata, malata e corrotta.

Ciò premesso un errore che gli indipendentisti veneti commettono spesso, è quello di paragonare le esperienze di Scozia e Catalogna con gli eventi di casa nostra.

Vediamo sinteticamente perché:

1 – la Scozia ha un Parlamento i cui poteri non sono minimamente paragonabili al parlamentino regionale veneto. Infatti il Parlamento scozzese (Scottish Parliament o Scots Pairlament) è un’istituzione monocamerale nazionale della Scozia, la cui sede è presso il quartiere di Holyrood della capitale Edimburgo. Si tratta di un corpo democraticamente eletto, con 129 membri che sono chiamati Members of the Scottish Parliament. I deputati sono eletti per mandati quadriennali utilizzando il Sistema a Membri Addizionali; di conseguenza, 73 deputati rappresentano circoscrizioni geografiche individuali elette con scrutinio maggioritario a singolo turno, mentre gli altri 56 sono eletti in otto regioni con membri addizionali, ognuna delle quali elegge sette deputati.

SCOZZESIL’attuale Parlamento Scozzese è stato creato attraverso lo Scotland Act del 1998, dopo il consenso del popolo scozzese espresso mediante un referendum. Di converso non è mai stato istituito un referendum analogo in Veneto o nelle altre 19 Regioni italiane. Lo Scotland Act delinea le competenze legislative del Parlamento scozzese: ogni potere non riservato al Parlamento britannico è diventato responsabilità del Parlamento scozzese. Anche qui nessun parallellismo con la Regione Veneto. Tuttavia il Parlamento britannico mantiene il diritto di estendere o ridurre i poteri di Holyrood. A proposito di ridurre: giusto quello che sta avvenendo sotto il governo Renzi con le Regioni italiane. Il Parlamento britannico, al contrario, si è impegnato ad estendere i poteri scozzesi. (vedi tabella)

bandiera scoziaIl Parlamento scozzese, poi, a differenza del parlamentino regionale veneto, ha anche queste prerogative: in primo luogo, la gran parte della legislazione civile e criminale è devoluta in base allo Scotland Act (1998) e quindi si trova nell’ambito delle competenze del Parlamento scozzese. In secondo luogo, la Scozia ha un proprio sistema legale con molte leggi e strutture che sono diverse dalle altre parti del Regno Unito.

Le relazioni con l’UE rientrano nelle questioni riservate del Parlamento del Regno Unito e del Governo, ma lo Scotland Act del 1998 riconosce al Parlamento scozzese la possibilità di essere coinvolto nel processo di policy making europeo in relazione alle materie devolute.

E ancora: il Governo inglese è determinato ad elevare il profilo della Scozia come nazione europea per approfittare di questa opportunità, sviluppando il turismo o promuovendo cambiamenti in svariati settori, dall’istruzione all’ambiente.

Il Governo inglese si impegna a coinvolgere nel modo più ampio possibile l’Amministrazione scozzese nelle discussioni riguardanti la formulazione delle posizioni politiche del Regno in tutte le questioni internazionali ed Europee che riguardano materie devolute. Giusto per capire le differenze italiane, si pensi al problema dei profughi il cui soggiorno è imposto agli enti locali.
2 – gli scozzesi hanno realizzato un “Libro Bianco” che contiene i risultati delle consultazioni con oltre 400 associazioni d’ogni genere. I governanti scozzesi, quindi, sanno cosa vogliono i governati. I governanti scozzesi ad ogni quesito hanno dato delle risposte. L’elettorato scozzese è andato a votare il referendum del 18 settembre 2014 ben sapendo per cosa lo faceva.

3 – poiché un’analoga iniziativa veneta è miseramente fallita, appare difficile poter credere a quei candidati pseudo indipendentisti alla Regione Veneto che affermassero di sapere cosa vogliono i veneti da un loro Stato indipendente.

4 – sempre gli scozzesi hanno una bozza di nuova Costituzione per il loro Stato indipendente [VEDI QUI]. Cosa che non si può dire per gli indipendentisti veneti.

5 – anche la Catalogna non è paragonabile al Veneto. Principalmente perché è difficile affermare – potendolo provare – che il seguito popolare veneto è analogo a quello catalano. Lì le file di indipendentisti che, a milioni, stavano in coda per andare a votare un referendum che non era tale, si sono viste. Eccome si sono viste!

veneto-catalogna6 – la Generalitat de Catalunya ha molti più poteri della Regione Veneto. Tanto per citarne alcuni: a) è la Generalitat che finanzia l’università catalana con tutto ciò che questo implica a livello culturale. Si pensi se ciò fosse già possibile per le università venete. b) i Mossos d’Esquadra (in catalano significa Mozzi di Squadra, Ragazzi di Squadra) è il corpo di polizia della regione autonoma spagnola della Catalogna. c) i partiti politici catalani (che non sono molto diversi dai corrotti partiti politici italiani; ma questo è un altro discorso) stanno elaborando una bozza di nuova Costituzione catalana. A Barcellona c’era chi, in segreto, scriveva una bozza di Costituzione del nuovo stato indipendente. Una Carta redatta da dieci saggi, magistrati ed eminenti docenti universitari, ai quali, nel gennaio scorso, un gruppo di deputati indipendentisti ha affidato l’incarico. Da allora i dieci «padri costituenti» del possibile futuro Stato di Catalogna si sono riuniti ogni settimana, per almeno quattro ore. A rivelarlo è il quotidiano El Mundo, venuto in possesso dei dettagli proprio tramite uno dei dieci saggi. d) per chi, invece, vuole approfondire l’attuale Statuto si veda qui: [VEDI QUI] tutte le attribuzioni  e) in Catalogna ci sono giornali quotidiani in lingua catalana: El Periodico, [VEDI QUI] che con le due edizioni raggiunge le 150.000 copie vendute, risultando il secondo giornale della regione dopo La Vanguardia. Oppure il quotidiano on line: Vilaweb, [VEDI QUI] che nel 2002 lanciò il giornale nelle scuole, e nel 2007 ha iniziato a pubblicare i blog e le attività delle scuole. Nel 2009 ha promosso la Conferenza sul Digital Journalism Scuola, al fine di studiare come il giornalismo influisce nella distribuzione e nel consumo di informazioni. Cosa non riscontrabile in Veneto, con le implicazioni socio-culturali che ciò presuppone.

7 – ancora, ma non da ultimo, alcuni sedicenti indipendentisti veneti giustificano la loro scarsa progettualità con l’argomento che il passaggio dall’amministrazione italiana a quella indipendente del nuovo soggetto istituzionale avrà una fase di transizione. Detta transizione può essere prevista, ma al solo fine di fare le opportune “divisioni” di beni e quant’altro più o meno affine; non certo per le competenze che si devono prevedere sin da prima. Giusto per capirci: i tribunali italiani potrebbero continuare a svolgere il lavoro pregresso; ma i tribunali veneti dovranno essere attivati da subito per le incombenze che ci saranno dal giorno dell’indipendenza in poi, considerato che una delle sofferenze dell’apparato produttivo è proprio quella delle sentenze civili che durano perfino un decennio. Ora, con quali leggi i tribunali veneti opereranno? I sedicenti indipendentisti veneti non lo dicono!

Ancora per capirci e naturalmente banalizzando: se un maschietto chiedesse ad una femminuccia: «Vieni con me?»; la risposta, con tutta probabilità, sarebbe: «Per andare dove, e per fare cosa?»

Ecco la questione: ammenoché noi non ci sia distratti, gli pseudo indipendentisti che ci chiederanno il voto alle regionali del 31 maggio non ce lo hanno ancora detto. Anzi ci hanno detto che vogliono fare un referendum Consultivo. Vale a dire che non serve a nulla, come dimostrato dalle decine di Comuni che volevano non l’indipendenza, ma solamente cambiare Regione di appartenenza, ma sono rimasti dov’erano. Tsz! Ci stanno solo dicendo vota per noi alle regionali del Veneto. Tuttavia la storia quasi trentennale della Lega Nord, come quella più recente del M5S, c’insegnano che non è dall’interno delle istituzioni italiane che queste si possono cambiare.

Sempre la storia ci dice che qualche pseudo autonomista e pseudo federalista è stato eletto alla Regione Veneto nei decenni scorsi. Alcuni di questi, oggi, si sono rimpannucciati da indipendentisti. Ma a suo tempo, tramite loro, la causa autonomista non è progredita, mentre di federalismo molti, oggi, non ne vogliono più sentir parlare. Sbagliando, secondo noi. Gli pseudo autonomisti-federalisti di cui sopra si sono giustificati con il fatto che: «Se era per loro…»; ma loro in realtà sono stati molto attenti soprattutto ad incassare privilegi e lauti stipendi. Quando dovessero essere eletti come indipendentisti, molto probabilmente, ci diranno: «L’indipendenza? Se era per me; ma gli altri…»

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