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Gli italiani sono degli incivili, anche in padania

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disabileautodi LEONARDO FACCO

Qualche mese fa, l’amico e nostro collaboratore Gianfrancesco Ruggeri scrisse un articolo sul MiglioVerde in cui pose l’accendo su un certo “Nord civile”. In un paragrafo si leggeva quanto segue: Civic North rispetto al quale molti di voi saranno pronti a dirmi che non è più così neppure da noi, che anche qui oramai ci sono furbetti di ogni tipo e genere e lo stesso direttore pochi giorni fa ha avallato questa tesi. Anch’io concordo, però aggiungo che è logico che sia così ed aggiungo anche che è quello che l’I-taglia vuole! In un paese dove il furbo la fa sempre franca e dove l’incapace viene premiato è normale che anche il rappresentante del Civic North prima o poi si chieda perché deve continuare a far la parte del fesso che rispetta le regole. Se il modello che lo stato i-tagliano ci sta imponendo è quello della furbizia mediterranea o peggio levantina è logico che in molti tenderanno ad adeguarsi, alcuni per convenienza, altri solo per legittima difesa, alcuni lo faranno con gioia e a cuor leggero, altri per disperazione turandosi il naso”.

Difficile dargli torto, il civismo nordico (basterebbe leggere i libri di Romano Bracalini per rendersi conto che è sparito con l’incedere dell’unitarismo italiano) è perlopiù un ricordo antico. Chi vive la quotidianità di un condominio, di una scuola pubblica, di un campetto di calcio, di una piazza, delle strade sa come vanno le cose ed è proprio nei dettagli che si nasconde il diavolo di quella che Ruggeri chiama la “furbizia mediterranea e levantina” marchiata I-taglia, che è del tutto inutile tentare di estirpare, salvo aver voglia di mettersi a litigare perennemente con chiunque.

Ne scrivo solo oggi, perché un amico mi ha girato una mail con la foto di cui sopra. Non serve commentarla. Quanto leggerete sotto (con relative foto), invece, avviene di fronte al bar che frequento da una vita ed accade ogni santo giorno, durante tutta la giornata, con protagonisti i “nordici civili”. 

Nella foto di sinistra, è rappresentato l’ingresso del bar (sulla destra) e la pista ciclabile che lo lambisce, puntualmente occupata da auto che sostano sulla pista stessa, dalla quale scendono i proprietari per comprarsi le sigarette e/o bere il caffè. La strada è a doppio senso di marcia. Nell’altra foto, il parcheggio (quasi sempre semi-vuoto), che dista dal bar 50 metri! Non ho altro da aggiungere, lascio a voi ogni riflessione. Solo una raccomandazione mi permetto di farvi: chi mi viene a dire, vabbé… per un minuto di parcheggio… cosa sarà mai… verrà mandato a quel paese, come faccio di solito con lo Stato.

LE IMMAGINI

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8 COMMENTS

  1. Mi auguro Leonardo, che tu sia d’accordo con chi ha scritto rampa sull’auto.
    Presumo che quell’arrogante dell’auto, facesse così da tempo, e perciò deve ritenersi fortunato che non han dato fuoco.

    Questi è lo Stattttto Itagggliano, del quale gli ultimi deggggni rapppresentanti sono Marrrrone e Savvvvini.

    I primi tempi di L.N. erano un Bossi senza scorta ed in giro con la CX anche da Onorevole, ora è apparire con 1/10/100/1000 guardie del corpo e auto blu.

    Coloro che dovevano riportare un minimo di rispetto, lombardo e asburgico, sono peggio degli altri.

    Manca lo Statttto Itagliano, e così (in Svizzera la Cantonale aveva già demolito l’auto), ognuno Lecccccca Nodddde in testa si fa gli affari suoi.

    W L’itaglia.

    Giorgio un Doge di Cantù

    • In base al mio carattere io “rampa” glielo avrei inciso con la fiamma ossidrica, però onestamente devo ammettere che questi comportamenti sono moralmente condivisibili, gli sta bene al prepotente di turno, però sono comunque uno scivolamento dal civic north verso il mediterraneo. Pensiamo cosa sarebbe successo invece in Svizzera al classico i-tagliano che parcheggia a quel modo, non avrebbe certo trovato scritto sulla portiera “rampa”, semplicemente il primo cittadino di passaggio avrebbe avvertito la polizia cantonale e in men che non si dica l’auto sarebbe stata rimossa con pesantissime sanzioni a carico del guidatore.
      Farsi giustizia da soli può dare enormi soddisfazioni, ma dobbiamo ammettere che è un comportamento che tende alla mediterraneità, dobbiamo mettere in conto che il padrone della macchina parcheggerà ancora male e si nasconderà in zona con relativo manganello o coltello per vedere chi gli ha rovinato la macchina e fargliela pagare e si scivola così nel gioco di faide, vendette e ritorsioni tipiche di altre aree.

      Insomma in Svizzera non lo rifarebbe più, da noi se ci facciamo giustizia da soli c’è il rischio che lo rifaccia per far di peggio.

  2. E’ vero, gli ita-glioni sono così e, purtroppo, stiamo ita-glionizzandoci.
    Dovremmo brontolare (ma ci sarebbe da litigare più volte al giorno magari col rischio di prendersi una coltellata) ma sarebbe comunque inutile perché non mi pare che i politicanti locali siano attenti a far rispettare le regole di convivenza civile.
    Perché la Polizia municipale non fa rimuovere le auto parcheggiate dove non dovrebbero sostare?
    Perché non multano gli automobilisti che non si fermano agli attraversamenti pedonali?
    Sarà mica che l’assessore competente “consiglia moderazione” nelle multe altrimenti perdere dei voti.
    Può darsi sia solo un modo di dire , ma il pesce comincia a puzzare dalla testa.

    • E poi gli autovelox chi li controlla? I vigili sanno sì e no due articoli, quello del limite di velocità e quello delle dotazioni omologate.

  3. A chiosa di questo articolo, è proprio grazie alla mancanza di intransigenza morale da parte dei padani che l’i-taglia fa il bello e il cattivo tempo anche da noi. Ci fosse stato un forte controllo sociale nei confronti dei disonesti, dei pendagli da forca, dei parassiti, nostrani o di importazione che fossero, questi non avrebbero scelto di trasferirsi e fare affari qui da noi. Un mio ex collaboratore, ragazzo eccezionale e bresciano purosangue, discendente da una stirpe di macellai, mi diceva che suo padre soleva palpare l’addome delle mucche che comprava per accertarsi che, come spesso accadeva, non fossero state costrette a ingurgitare ghiaia perché pesassero di più. Non sono un antropologo, ma nei comportamenti noi non siamo certo “celtogermanici” come proclamava il due volte medico di Cassano Magnago. Siamo solo i più pusillanimi e servili tra gli itagliani.

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