Nel primo discorso d’anno, il re Filippo VI ha ringraziato l’impegno e la fedeltà dei soldati spagnoli nel servire la Spagna. Ha concluso dicendo: “Io incoraggio tutti a continuare a lavorare con la stessa dedizione, disciplina e lealtà verso la nostra grande nazione (tutto in lettere maiuscole vedi il testo del discorso), con ottimismo guardando al futuro”.
Ma nel discorso di Natale, il re di Spagna non ha lesinato i riferimenti politici, molto espliciti, sul processo politico in corso in Catalogna, chiedendo il rispetto della costituzione del 1978: “Il rispetto per la costituzione e la monarchia – ha detto – sono garanzia di “convivenza democratica, ordinata, in pace e libertà”. Ancora: “Continuiamo a costruire insieme un progetto che rispetta la nostra diversità, generando entusiasmo e fiducia nel futuro”.
Il re, insomma, non guarda di buon occhio la voglia di indipendenza dei catalani, al punto tale che guarda all’esercito come fedele esecutore dell’unità nazionale. Non è un caso, del resto, che . dedicato all’esercito spagnolo – il Ministero della Difesa sia intenzionato ad aprire un museo militare a Barcellona, col fine di mostrare a tutti il contributo della Catalogna nel costruire l’unità spagnola. Il generale Alvarez-Espejo considera il progetto “ambizioso e indispensabile”. Un segnale chiaro ai secessionisti, un segnale all’insegna del più bieco patriottismo.
solite scemate unitarie, in epoca secessionista lo stadio brumana di bergamo è diventato “alteti azzurri d’italia”… mancava solo che lo chiamassero “alteti azzurri d’italia unita e indivisibile, abbasso la secessione”…