Alcuni giorni fa, ho avuto l’occasione di vedere la dichiarazione dei redditi della consigliera comunale pentastellata di Prato, Silvia La Vita. La dichiarazione è consultabile qui. Da tale dichiarazione, risulta un reddito per il 2013 di 11.657 euro. Fin qua niente di strano, se non che la stessa signora La Vita, ha richiesto un rimborso per le ore di lavoro perse pari a quasi 500 euro al mese.
Tralasciando le perplessità che tale richiesta ha suscitato in alcuni (i particolari qui) è l’importo in se’ che risulta curioso.
Ipotizzando un giorno di lavoro la settimana (mezza giornata di consiglio e un’altra mezza di commissione) possiamo quantificare in circa 20/25mila euro il reddito annuale a regime, oggetto di tale rimborso.
Siamo tutti felici che la signora La Vita abbia avuto un tale miglioramento nella propria posizione professionale e quindi di reddito. Il problema è che tale subitaneo e poderoso aumento riporta alla memoria un fatto, con le dovute proporzioni, con protagonista l’attuale presidente del consiglio Matteo Renzi.
Sostanzialmente, pochi giorni prima della candidatura a presidente della provincia di Firenze, il politico fiorentino ebbe una repentina promozione, da co.co.co. a dirigente, nell’azienda di famiglia. Questo passaggio ebbe l’effetto di portare notevoli vantaggi a Matteo Renzi, ovviamente a carico dei contribuenti (come spiegato in articolo del Fatto Quotidiano di qualche tempo fa (vedi qui).
Insomma, la signora La Vita odia gli elettori del PD (vedi qui) ma poi sembra proprio mutuare certi vezzi ed usi del leader del PD. Sarà repulsione per certe pratiche, o invidia per i risultati raggiunti?
Affanculo anche lei?