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Guai a definire “fascismo” il fascismo arcobaleno della sinistra

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di PIETRO AGRIESTI

La sinistra descrive quasi sempre il fascismo come razzismo, omofobia, maschilismo, ignoranza, e simili tratti. In pratica una cosa di maschi cavernicoli pieni di pregiudizi.

Vedendo il fascismo in questo modo tende a parlare di fascismo quando vede o crede di vedere questi tratti e a non farlo quando non li vede. Tuttavia questi tratti non sono unici del fascismo e dei fascisti, né ne costituiscono l’essenza. Invece possono esistere, sono esistiti ed esistono, come parte anche di altre ideologie politiche e anche tra i loro sostenitori.

Vedere il fascismo in questo modo inoltre lascia fuori completamente la sua dimensione statalista. La costruzione di uno stato come quello fascista, totalitario, dirigista, corporativo, collettivista, etc.. è possibile di per sé senza l’abbinamento con quei tratti, così come quei tratti possono esistere slegati dalla volontà e dall’impegno di costruire uno stato come quello fascista.

Con questa visione distorta del fascismo però la sinistra non è in grado di fare questa distinzione. D’altronde c’è un motivo auto-interessato per vedere il fascismo in questo modo a sinistra: la costruzione di uno stato fascistoide, centralizzazione, dirigismo, economia pianificata, anti capitalismo, soppressione della libertà individuale e della proprietà privata, rientrano nei loro programmi.

Il fascismo, come il nazismo, era una forma particolare di socialismo dopo tutto. Nonostante i contrasti su molti punti, tra socialismo di destra e di sinistra ci sono ampie sovrapposizioni.

Questa confusione, è quella per cui ho scritto più volte che per la sinistra un fascismo arcobaleno andrebbe benissimo. Con la loro definizione di fascismo, costruire un sistema politico e uno stato simili a quelli fascisti, ma abbinati alle idee progressiste su femminismo, battaglie lgbtq, antirazzismo, magicamente non sarebbe più fascismo.

D’altro canto assimilando l’opposizione alle loro battaglie su queste questioni a odio per le donne, gli omosessuali, i neri, etc.. con la loro definizione di fascismo opporsi a questo fascismo arcobaleno sarebbe paradossalmente fascista. È con questo genere di confusione in testa, frutto in parte della nozione di Ur fascismo di Eco, e delle cagate di Michela Murgia, che a sinistra guardano a figure come Milei, Trump o Meloni (tre figure ben diverse).

I risultati sono paradossali. Se sapessero chi è anche Ron Paul sarebbe fascista per loro.
Mentre provvedimenti evidentemente fascistoidi come il Digital Service Act, che sancisce un controllo politico della discussione pubblica e della rete, assolutamente antidemocratico e illiberale, non avendo a che fare con razzismo e omofobia non sono fascisti, e anzi avendo almeno a chiacchiere a che fare con il dotare la politica degli strumenti per censurare il razzismo e l’omofobia sono magari persino antifascisti.

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