di GILBERTO ONETO
L’altra notte ho avuto un incubo. In realtà era anche cominciata bene sognando una Catalogna che, alla fine del franchismo, si era messa sulla virtuosa strada dell’indipendenza identitaria, che aveva formato una lunghissima catena umana lungo il Mediterraneo e che si era decisa ad andarsene da Madrid. Ma subito dopo – qui comincia il vero incubo – il principale partito catalanista ha preso a traccheggiare, a sbandare, a fare cose strane.
Il suo leader, uno con moglie di Melilla, ha deciso che per liberare la Catalogna si deve passare dalle Cortes di Madrid, si deve “fare” gli spagnoli. Ha finito addirittura per entrare nel governo spagnolo e giurare fedeltà al re; alcuni dei suoi sono diventati ministri: uno ha fatto il capo della polizia, della Guardia Civil e di tutti i governatori mandati da Madrid a opprimere la Catalogna; un altro ha fatto il capo dei giudici che condannano i patrioti catalani. Al governo ci sono andati con Forza Spagna, i
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