Sono iniziate a Hong Kong le primarie per la scelta dei candidati pro democrazia per le prossime elezioni del Consiglio legislativo (Legco), che si terranno il 6 settembre. L’organizzazione è coordinata da Benny Tai, giurista e attivista, in prima fila nel movimento del 2014 Occupy Central with Love and Peace, e Au Nok-hin, ex legislatore del Partito democratico e membro del Fronte civile per i diritti umani. Sono allestiti più di 250 seggi in tutti e cinque i collegi elettorali, ma c’è preoccupazione per l’affluenza a causa dei timori per la legge sulla sicurezza nazionale, da poco entrata in vigore, e per una nuova ondata di casi di coronavirus. Oggi si vota dalle 12 alle 21 e domani dalle 9 alle 21. Secondo gli organizzatori l’inizio delle operazioni di voto è stato ritardato di tre ore a causa di un raid della polizia nei loro uffici. Robert Chung Ting-yiu, presidente dell’Istituto di ricerca sull’opinione pubblica (Pori), ha riferito che ieri l’ufficio per la Cyber-sicurezza e la criminalità informatica ha disposto una perquisizione in un ufficio di Wong Chuk Hang per il sospetto di una sottrazione di dati da parte di hacker.
Nei giorni scorsi il governo ha avvertito che il voto potrebbe violare la legge sulla sicurezza nazionale. Il segretario per gli Affari costituzionali e continentali, Erick Tsang, ha affermato che le primarie potrebbero violare le clausole sulla secessione, la sovversione e la collusione con forze straniere previste dalla nuova legge sulla sicurezza nazionale. Tsang ha dichiarato alla stampa che le primarie potrebbero violare tre articoli nella nuova legge. L’articolo 20 stabilisce che gli atti che separano la regione amministrativa speciale di Hong Kong dalla Cina costituiscono un reato. L’articolo 22, sulla sovversione, vieta comportamenti che “interferiscono con il governo di Hong Kong nell’esercizio delle sue funzioni”, mentre l’articolo 29 vieta la collusione con forze straniere nel manipolare le elezioni.
Tai ha replicato dicendo che Tsang sta interpretando la legge arbitrariamente per servire uno scopo politico. “I candidati e [gli organizzatori] non stanno sostenendo la secessione. Il nostro obiettivo è di porre il veto sulla legge di bilancio dopo aver ottenuto la maggioranza all’interno del Consiglio legislativo e di mettere il governo della Regione amministrativa speciale davanti alle proprie responsabilità. Quella di porre il veto sul bilancio è una prerogativa concessa al Consiglio legislativo dalla Legge fondamentale”. L’attivista ha aggiunto che i finanziamenti per l’organizzazione delle primarie vengono rintracciati localmente tramite raccolta fondi e ciò non dovrebbe costituire reato di collusione con forze straniere. Tai ha inoltre osservato che è una decisione personale degli elettori e dei candidati prendere parte alle primarie, e che gli organizzatori non possono essere accusati di manipolare le elezioni. “Se il segretario Tsang interpreta arbitrariamente le disposizioni per soddisfare i suoi bisogni politici, trarrà conclusioni molto ridicole. Anche un referendum civile potrebbe essere considerato una violazione della legge”, ha detto.
Anche Joshua Wong, attivista pro-democrazia di Hong Kong ed ex leader del gruppo politico Demosisto, ormai sciolto, è intervenuto sulla questione accusando Tsang di aver cercato di intimorire le persone rispetto alle primarie che i partiti dell’opposizione stanno pianificando questo fine settimana. Wong ha descritto i commenti di Tsang come una tattica del governo per generare “un effetto deterrente” sulle persone e ha dichiarato che è importante che il popolo voti e mostri il proprio malcontento. “È importante che tutti i cittadini e tutti gli elettori escano per votare, ogni voto conta e conta anche mostrare il nostro malcontento a Pechino”, ha detto Wong. Il giovane attivista ha anche detto di essere preoccupato per la sua sicurezza personale, affermando di essere consapevole del fatto che, in base alla nuova legge, rischia di essere estradato nella Cina continentale e condannato all’ergastolo. “Non ho mai sottovalutato il rischio ma la minaccia non potrà sconfiggere gli abitanti di Hong Kong: ci renderà ancora più forti [nella nostra] determinazione e continueremo la nostra campagna elettorale, indipendentemente da come il governo di Pechino e Hong Kong ci minacciano”.
A giugno, un portavoce del governo ha reso noto che il periodo per la presentazione delle candidature è fissato per il 18-31 luglio. Per garantire che tutti i candidati competano su un piano di parità, il capo esecutivo Carrie Lam ha indicato il 18 luglio come data di conclusione dei lavori del Legco di sesto mandato, che non sarà sciolto fino al rinnovo. Secondo un documento sulle disposizioni per le elezioni generali Legco 2020, il registro finale 2020 dovrebbe essere pubblicato entro il 25 luglio. L’Ufficio di registrazione ed elettorale istituirà più di 610 seggi elettorali ordinari per l’elezione. Circa 31 mila addetti saranno assunti e formati per lo svolgimento delle operazioni di voto e scrutinio.
(FONTE: Cip – Agenzia Nova)