L’attivista Joshua Wong, diventato il volto delle manifestazioni per la democrazia a Hong Kong, non potrà partecipare alle elezioni per il consiglio distrettuale della città. Lo ha denunciato lui stesso, precisando di essere l’unico candidato a cui è impedito di partecipare al voto del mese prossimo. La giudice Laura Aron ha stabilito questa mattina che la sua candidatura è “nulla”, si legge nella sentenza che Wong ha condiviso su Twitter, documento nel quale si cita la sua battaglia per “l’autodeterminazione” dell’ex colonia britannica come base della decisione.
Joshua Wong, che non ha atteso per denunciare la sua esclusione dal voto per il rinnovo del consiglio distrettuale di Hong Kong, condanna “l’attuazione da parte del governo di una politica di controllo e selezione”, con una decisione finale che – ha sottolineato – lo ha privato “del suo diritto di presentarsi alle elezioni”. E in un tweet ha definito tale scelta la prova “di come Pechino manipoli le elezioni a Hong kong attraverso censura e controllo politico”. A Wong ha risposto un portavoce del governo, per il quale l’autodeterminazione “o l’appoggio all’indipendenza di Hong Kong è in contrasto con lo status legale e costituzionale” della regione amministrativa speciale.
L’attivista ha ripetutamente affermato di non chiedere l’indipendenza, ma piuttosto il mantenimento del quadro normativo “un paese, due sistemi”, formula proposta nel quadro delle trattative tra Repubblica Popolare Cinese e Regno Unito che condussero al ritorno, avvenuto nel 1997, di Hong Kong sotto sovranità cinese. Wong milita nel partito Demosisto, che chiede l’adozione di riforme elettorali, tra cui il suffragio universale, una delle cinque richieste avanzate dal movimento di protesta giunto al quinto mese dal suo inizio.
(ADNKronos)