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Hong kong, la polizia cinese spara ad un manifestante: ormai è guerra aperta

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di FRANCO CAGLIANI

Ormai, si cominciano a contare i morti nello scontro di civiltà fra la iperliberista Hong Kong e la Cina comunista. Questa mattina un poliziotto ha aperto il fuoco con munizioni vere e ha colpito un giovane manifestante di 21 anni, ferito al petto e operato d’urgenza (VIDEO): ora è in terapia intensiva, con prognosi riservata. È la terza volta che la polizia spara con proiettili veri da quando le proteste di Hong Kong sono iniziate a giugno.

Solo due giorni fa, migliaia di persone hanno partecipato ad ad una veglia di preghiera per lo studente, Chow Tsz-lok, morto a causa delle gravi ferite riportate alla testa cadendo da un parcheggio durante le manifestazioni dello scorso weekend.

Insomma, i disordini continuano e i manifestanti hanno usato le barricate per bloccare le strade in varie aree della città, causando lunghi ingorghi. Anche alcune linee ferroviarie e della metropolitana sono state interrotte. Sulla tensione crescente a Hong Kong, Joshua Wong, uno dei leader del “Movimento degli Ombrelli”, ha commentato: “È molto triste vedere la nostra città caduta in uno stato di polizia“.  Nonostante le proteste di Pechino sarà in Italia il 27 novembre prossimo.

Sul fronte opposto, un sostenitore di Pechino è stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme dopo un litigio con i manifestanti a Hong Kong. L’uomo, scrive la Bbc, è stato ricoverato in condizioni critiche, così come il manifestante che in precedenza era stato raggiunto da una pallottola della polizia.

“Hong Kong libera”, “La gente di Hong Kong vuole vendetta”, hanno gridato i manifestanti dopo la morte del 22enne Chow Tsz-lok. E Hong Kong, ormai, si sta trasformando in una polveriera.

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