Alta tensione a Hong Kong dove, nel quarto giorno di proteste per la democrazia contro le ingerenze di Pechino, gli studenti dell’ex colonia britannica hanno lanciato un ultimatum al capo dell’esecutivo della citta’, Leung Chun-ying, esortandolo a dimettersi entro la mezzanotte o a prepararsi a un’escalation con l’occupazione degli uffici governativi. Tensione che domani rischia di trasferirsi a Washington dove proprio domani arrivera’ il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, per incontrare il capo della diplomazia americana, John Kerry. Il tema delle proteste di Hong Kong non potra’ essere ignorato, come anche anticipato martedi’ dalla portavoce del dipartimento di Stato. Wang Li, preventivamente prima dei colloqui, ha gia’ messo le mani avanti con gli Usa e ha fatto sapere che “non tollerera’ atti illegali” e che “la questione Hong Kong fa parte delle question interne cinesi”.
E di fatto la questione si sta giocando molto sul fronte cinese: Pechino avrebbe consigliato a Leung di ‘sfinire’ i manifestanti, approfittando del fatto che probabilmente gli abitanti si stuferanno dei disagi. La Cina vorrebbe che Leung non usasse la forza e lasciasse morire di “morte naturale” le proteste. Di certo pero’, nella madrepatria, la linea e’ diversa: secondo organizzazioni a difesa dei diritti umani, almeno 20 persone sono state arrestate nelle ultime ore per aver manifestato solidarieta’ con il movimento di Hong Kong. Le proteste del movimento Occupy Central si sono estese a diverse zone della citta’, con migliaia di persone scese in strada per chiedere una maggiore democrazia e la fine del controllo di Pechino sui candidati alle elezioni, di fatto scelti dalla Cina. Il movimento ha mantenuto un carattere pacifico, nonostante la repressione di domenica scorsa da parte delle forze dell’ordine, che hanno usato lacrimogeni e spray al peperoncino contro la folla.
Sulla situazione nel territorio e’ intervenuto anche l’ultimo governatore britannico, Chris Patten, il quale ha chiesto che si apra una nuova fase di “vere consultazioni” per rispondere alle richieste di una maggiore democrazia. “Credo che il dialogo debba prendere il posto di gas lacrimogeni e spray al peperoncino”, ha sottolineato Patten, “per salvare la faccia di Pechino e del governo di Hong Kong, la cosa giusta da fare e’ avviare un nuovo periodo di consultazioni autentiche, poiche’ nel movimento per la democrazia ci sono molte persone moderate”.
Complice la giornata festiva, le manifestazioni di protesta hanno raccolto le folle piu’ imponenti degli ultimi giorni ma tutto si e’ svolto senza particolari tensioni. I sit-in sono proseguiti nonostante la forte pioggia notturna che ha imposto l’uso degli ombrelli, simbolo della rivolta, stavolta non per ripararsi dal sole o dai gas urticanti. (AGI)