Il 23 agosto di trent’anni fa circa due milioni di persone formarono una catena umana ininterrotta, pacifica e lunga seicento chilometri, nelle allora repubbliche socialiste sovietiche di Estonia, Lettonia e Lituania, partendo da Tallinn, collegandosi con Riga ed arrivando fino a Vilnius. Fu un potente atto simbolico da parte delle popolazioni baltiche non russe, contro l’invasore sovietico e a favore del ritorno all’indipendenza. La Via Baltica o Baltic Way, come venne poi chiamato quell’evento popolare di protesta, è stata ricordata, celebrata e fatta rivivere a Hong Kong dai manifestanti antigovernativi.
Migliaia di persone hanno formato una catena umana di circa 40km a Hong Kong ieri, in occasione del 30esimo anniversario della “Baltic Way”, la catena umana che fu organizzata dai cittadini di Lituania, Estonia e Lettonia per chiedere l’indipendenza dall’Urss nel 1989.
Soprannominata “Hong Kong Way“, la catena umana per la democrazia organizzata dai cittadini dell’ex colonia britannica è l’ennesima espressione di protesta contro l’autorità di Pechino. Decine di migliaia di manifestanti si sono stretti le mani intonando canzoni e cori di protesta e dando vita a tre serpentoni che hanno seguito le linee metropolitane della città: una sull’isola di Hong Kong Island e due sulla penisola di Kowloon.
Quella della catena umana è una delle ultime iniziative pacifiche che da più di due mesi e mezzo stanno movimentando Hong Kong tra la legge sulle estradizioni in Cina e le accuse di brutalità rivolte alla polizia.