di PIETRO AGRIESTI
Aveva detto che non avrebbe interferito e lo ha fatto, giustificandosi con una serie di super cazzole. Prima di tutto non è stato perseguitato in modo selettivo e ingiusto. Sei il figlio del presidente è normale ci sia una particolare attenzione su di te. È stato così anche per altri presidenti di altri orientamenti.
Se poi tu ti fai di crack, vai a prostitute, possiedi armi illegalmente, etc… e tra le altre cose ti perdi un laptop con dentro foto e filmati in cui si vede tutto, ci hai messo un po’ del tuo.
Poi alla faccia delle persecuzioni, con tutto quello che è uscito lo hanno incriminato solo per due reati, come possesso illegale di arma da fuoco ed evasione fiscale. Di tutta la storia del traffico di influenze col nome del padre non se n’è fatto niente.
La vicenda Bursima con lui che siede nel consiglio di amministrazione di una azienda Ucraina di gas naturale strapagato senza alcuna competenza è oggettivamente sospetta. Poi il patteggiamento non era attentamente negoziato, ma con termini così fuori dalla norma, che è stato ovviamente cassato, come da molti previsto.
Ci sono poi le frequentazioni con ogni sorta di faccendieri, corrotti e criminali (gente poi attestata per vari motivi), e le prove del fatto che si vendeva un’influenza presso il padre millantata (come sostiene) o reale che fosse.
In più certamente c’è stato il fatto che l’inchiesta del New York Post su Hunter è stata inizialmente censurata, anche grazie a una campagna di disinformazione che l’ha dipinta come un’operazione russa, che ha fatto in realtà moltiplicare i sospetti su tutta la vicenda.
Insomma la giustificazione di Joe per la grazia non regge. Più ovviamente, come tanti politici di ogni colore, ha fatto un favore a un parente e ha cercato di pararsi il culo da quello che poteva ancora uscire.
Almeno non ha dichiarato al mondo che Hunter è il nipote di Mubarak
LOL “evasione fiscale” (come per Capone) c’è sempre, è un classico, non può mancare in a paranoiac shitty Uncle Sam culture…
EC “paranoiaic”, aggettivo!