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I due forni ed il post-realismo di luigi di maio

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di MATTEO CORSINI

Intervenendo in video su Facebook, Luigi Di Maio, prevedendo che anche il forno del PD non porti a un governo con il M5S essendo l’ipotesi contrastata da Matteo Renzi, ha affermato tra le altre cose: “In queste settimane alcuni ci hanno criticato per aver provato a firmare un contratto di governo con gli uni o con gli altri. Io quest’azione la rivendico, il M5S è post ideologico, le nostre idee non sono né di destra né di sinistra, le idee o sono buone o sono cattive. E avevamo tutta l’intenzione di portare a casa il risultato, lo abbiamo dimostrato concentrando il dibattito sui temi e non sulle poltrone”.

Di Maio può rivendicare quello che vuole e sono d’accordo sul fatto che le idee “o sono buone o sono cattive”, ritenendo peraltro pessime quelle sue e del movimento del quale è pro tempore capo politico.

Tuttavia quella del “dibattito sui temi e non sulle poltrone” è una affermazione da circostanziare. Infatti secondo Di Maio e colleghi i temi devono essere quelli scelti da loro, mentre di poltrone non intendono parlare perché ritengono che spettino a loro. A partire proprio da Di Maio che non vede se stesso altrove se non alla guida del governo.

In sostanza, chiunque fosse il co-firmatario del contratto di governo dovrebbe portare i voti senza avere in cambio nulla, se non l’orgoglio di mandare Di Maio a palazzo Chigi. Va bene il post ideologico, ma qui siamo al post realistico.

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