de IL POLENTONE
Oggi a noi lombardi il direttore Marchi ci ha fatto uno shampoo sacrosanto. Insomma, ci ha dato una bella lavata di capo, perché continuiamo a voler ignorare la trave che abbiamo negli occhi: il fatto di essere mentalmente e fiscalmente schiavi dello stato italico, dal quale ci facciamo rapinare ogni anno minimo minimo 50 miliardi di euro, soldi buttati chissà dove a totale fondo perduto (tecnicamente si chiama residuo fiscale e in pratica significa che ogni cittadino lombardo, sia esso ultracentenario o neonato, ogni anno che dio manda in terra regala a Roma almeno 5 mila euro perché ne faccia quello che vuole senza nessun rendiconto).
Siamo proprio dei pirla, non c’è nulla da fare. Lo siamo sempre stati, ma almeno quando erano i tempi delle vacche grasse potevamo anche permettercelo. Oggi, invece, che le vacche stanno dimagrendo a vista d’occhio, anche quelle della Val Padana, dovremmo essere più gelosi dei nostri soldi (perché sono nostri…) e tuttavia ci giriamo dell’altra parte e proseguiamo nel fare i somari, mentre gli altri si fregano le mani. Crediamo a tutte le panzane che ci raccontano, compresa quella del 75% delle tasse trattenute sul territorio con cui quel furbacchione di Roberto Maroni s’è conquistato la presidenza della Lombardia, salvo poi confessare candidamente che l’obiettivo non sarebbe stato perseguibile perché Roma non vuole. E sì, ci ha preso tutti per il culo e abbiamo pure fatto finta di godere.
Ma torniamo alle scudisciate di Marchi. Ci ha ammonito, il direttore, che a noi va bene lavorare fino all’inizio di aprile di ogni anno buttando i proventi del nostro lavoro, regalandoli letteralmente, a chi non si sa. Beh, oggi abbiamo cominciato a capire dove un pezzettino di quei soldi stanno andando: per esempio a finanziare i 350 milioni di euro che l’ex sindaco di Roma Alemanno ha regalato indistintamente a tutti i 25 mila dipendenti comunali della capitale (che abbiano lavorato bene o che abbiano fatto una beata fava) come “salario accessorio”. E adesso, per sentenza della Cassazione, anche se si tratta di proventi ricevuti illegittimamente, nessuno li potrà più chiedere indietro. Ma chissefrega, c’è sempre chi paga, cioè NOI LOMBARDI, che andiamo avanti senza fare una piega… Il burrone ci attende… e stavolta ce lo meritiamo.
scusate ci si lamenta di tutto,pero’ il quasi il 50% aventi diritto al voto non votano? di cosa parliamo?
Gentile Patriota Polentone, il Leone di San Marco di Cantù, la propria protesta privata e da solo la fa, come la fai tu, Leonardo, GianLuca, Gilberto ed i patrioti Veneti.
Ma quanti polentoni lombardi, nell’attesa del baratro prossimo venturo sono disponibili a rimettersi in gioco per il futuro delle generazioni a venire? Per l’esperienza che ho di Cantù nessuno. La greppia è ancora piena.
Mi permetto un esempio piccolo piccolo da combattente quale sono per la libertà dei nostri territori dal giogo Roman-Marroniano.
In occasione di Expo, ho fatto di tasca mia, mi piace sottolinearlo, oltre ad un grosso imprenditore del legno, un iniziativa volta a coinvolgere, creare ottimismo, un ‘trendo positivo’, che creasse un circolo virtuoso; pi sono andato da un paio di imprenditori, DOC brianzoli a proporre di creare anche loro.
La risposta del Lomvbardo è in fotocopia : me stu ben, i daneè i u fa, se cazzo me na frega de chi vegn dopo, ul benessere ai me fioeu, ghe lu daà. Tira tu le somme polentone, come fare la rivoluzione culturale, iniziata da Bossi Padre, con la Gallina dalle Uova d’Oro, che sono finite nella saccoccia (metaforico), di tal Manuela Marrone dalla Sicilia con furore. Un Leone furibondo. WSM
I milanesi sono pronti ad una protesta fiscale come si deve?
Questo dovrebbero chiedersi i protestatari del luogo.
Questo dovrebbero sondare e consigliare dei politici che hanno interesse vero per la libertà e la proprietà privata in lombardia.
Io non vedo personaggi in grado di organizzare la protesta delle proteste, l’autodifesa fiscale diffusa.
Quindi, a parte alcuni eroi isolati, i milanesi e gli altri continueranno a subire e a pagare finché avranno soldi e sangue.