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I sinistri: la libertà di parola e di pensiero portano alla dittatura

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di REDAZIONE

Ormai siamo al delirio! Durante un programma della CBS, la conduttrice è riuscita a sostenere, o perlomeno tentare di sostenere, che la libertà di pensiero e parola porta alle dittature. Riportiamo alcuni passaggi della trasmissione, ripresi da un articolo di Robby Soave:

  • “La conduttrice di Face the Nation, Margaret Brennan, ha affermato con disinvoltura che la libertà di parola è ciò che ha permesso ai nazisti di prendere il controllo del governo e di attuare l’Olocausto”.

    “La conduttrice di Face the Nation, Margaret Brennan, ha affermato con disinvoltura che la libertà di parola è ciò che ha permesso ai nazisti di prendere il controllo del governo e di attuare l’Olocausto”.

    “L’idea che la Germania, nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, sia stata un paradiso della libertà di parola e che i nazisti l’abbiano sfruttata a loro vantaggio è assolutamente falsa. infatti, gli storici del periodo tra le due guerre hanno un nome per questa falsa affermazione: la Fallacia di Weimar.
    Al contrario, i timori per la crescente influenza nazista portarono la Germania di Weimar ad adottare misure sempre più autoritarie per mettere fuori legge e censurare il discorso nazista durante gli anni Venti. Greg Lukianoff, presidente della Fondazione per i diritti individuali e l’espressione, ha scritto un eccellente articolo su questo tema nel 2022. Lungi dal permettere ai nazisti di praticare la libertà di parola, il governo tedesco “chiuse centinaia di giornali nazisti – in un periodo di due anni ne chiuse 99 nella sola Prussia”, ha scritto Lukianoff. “Accelerarono la repressione della libertà di parola con l’ascesa al potere dei nazisti. A Hitler stesso fu vietato di parlare in diversi Stati tedeschi dal 1925 al 1927”.

    “In ogni caso, l’argomentazione di Brennan è che la libertà di parola ha dato potere ai nazisti. È ovvio che non è corretto, perché nel periodo in questione esistevano restrizioni significative alla libertà di parola dei nazisti. Il governo tedesco cercò disperatamente di censurare i nazisti; non funzionò. Poi, naturalmente, quando i nazisti raggiunsero il potere politico, furono in grado di usare il vasto apparato di censura del governo per mettere a tacere i loro stessi critici”.

    “I progressisti iniziano dicendo di essere a favore della libertà di parola, ma vogliono solo creare una nuova e ristretta categoria di discorsi non protetti: ad esempio, il discorso sul nazismo. In seguito, questa categoria viene inevitabilmente ampliata per includere i discorsi d’odio in generale, l’estremismo, la disinformazione e così via. Nel caso della Germania, le autorità vietano anche gli insulti ai politici. Gli intervistati hanno raccontato un caso tristemente noto del 2021, in cui la polizia ha fatto irruzione nella casa di un individuo che aveva chiamato un politico locale con un brutto nome, un soprannome dell’organo riproduttivo maschile, su Twitter.”

Questo estratto, che potete leggere al link originale, ha davvero del surreale. Persino Orwell, ideatore dei concetti di neolingua e bispensiero, rimarrebbe basito se potesse leggere tali amenità. Ma questo è il frutto di quell’egemonia culturale che è necessario combattere giorno dopo giorno, facendola finire nel dimenticatoio della storia.

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