di MATTEO CORSINI
Nel conferire onorificenze a cittadini che si sono distinti per atti di solidarietà, il presidente della Repubblica ha affermato che “questi comportamenti aprono una prospettiva al futuro dell’Italia. È l’egoismo che crea povertà: invece la solidarietà è davvero quello che lega e fa crescere.”
Trovo lodevole ogni azione di solidarietà volontaria, ma trovo erronea l’affermazione che sia l’egoismo a creare povertà. Può non piacere, ma ogni azione umana è volta a soddisfare un bisogno dell’agente. Anche la solidarietà verso altri, quando volontaria, soddisfa un bisogno dell’agente.
Ma anche nel caso del macellaio o del birraio smithiani, il loro agire egoistico finisce in realtà per beneficiare altri. Ogni volta che si verifica una transazione di mercato, infatti, entrambe le parti ne traggono beneficio.
Affermare che l’egoismo generi povertà è quindi conseguenza del considerare l’economia un gioco a somma zero, dove i profitti di un agente devono comportare perdite per altri. Il che è tipico dell’impostazione socialista ed è erroneo, come la logica e la storia dovrebbero aver dimostrato da tempo.
Non all’inquilino del Quirinale, evidentemente. E purtroppo non solo a lui.