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Il borghi aquilini che spaccia per rivoluzione un’idea di pagliarini di vent’anni fa

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di GIANLUCA MARCHI

borghi aquiliniA volte la Lega Nord ha questa capacità un po’ perversa di elevare a “maestri del pensiero” personaggi di provenienza indecifrabile, alcuni dei quali, pochi per la verità, poi si rivelano di valore, mentre la maggioranza è destinata a sparire così come è salita sugli altari. Mi è sovvenuta questa considerazione un po’ maliziosa stamattina assistendo ad alcuni scorci del dibattito di Omnibus, la trasmissione de La 7, che imperterrita anche in periodo di vacanze continua a rimbambire il pubblico di politica. Fra gli ospiti c’erano anche il neo governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd non troppo renziano) e il consigliere regionale della Toscana per la Lega Claudio Borghi Aquilini, da qualche tempo assurto a economista principe di via Bellerio.

Si parlava del recente rapporto Svimez che, dati alla mano dal 2000 al 2013, situa il Mezzogiorno d’Italia ai livelli della Grecia in tutti gli indicatori economici, negativi ovviamente. Emiliano, molto onestamente per la verità, ammetteva che con il Sud in queste condizioni anche il Nord del Paese è destinato a non avere futuro, e chiosava: “O espellono il Sud dall’Italia, ipotesi che ormai nemmeno la Lega cavalca più, oppure si fa in modo di ridurre il delta che separa il Mezzogiorno dal Nord”. Come? stando al titolo odierno di Repubblica, inondando il Sud con 100 miliardi di fondi europei che finora sono rimasti a vario titolo bloccati. Insomma la solita pioggia di quattrini che non ha mai modificato nulla dal punto di vista dei dati macroeconomici, ma invece ha sostenuto sempre alla grande i portafogli dei cosiddetti amici degli amici. Ma così facendo non si andrà da nessuna parte rilevava l’editorialista di Libero Davide Giacalone: se in Sicilia per un corso di formazione in non so che cosa che ha formato 19 persone sono stati spesi 18 milioni di euro, come è possibile pensare di cambiare qualcosa… Finché non si taglia la spesa pubblica parassitaria sarà sempre la vecchia storia italica.

Fin qui analisi condivisibili. Poi la conduttrice ha chiesto a Borghi Aquilini come la Lega pensa si possa affrontare questo problema Nord-Sud, visto che la secessione non è più di moda. E il nostro docente di Economia, premesso che prima bisogna uscire dall’euro (refrain che va ripetendo da un paio d’anni), ha annunciato poi l’uovo di colombo, un qualcosa che secondo le sue stesse parole andrebbe discusso seriamente perché trattasi di vera “rivoluzione”: introdurre due monete, una più pesante per il Nord e una più leggera per il Sud.

Ammetto che sono rimasto basito davanti all’impudenza di tale personaggio che spaccia per “rivoluzione” una proposta che l’amico Giancarlo Pagliarini perorava venti e più anni fa. Ma ‘sto Borghi Aquilini, leghista dell’ultima ora, ha mai letto qualcosa della storia del Carroccio? Non ho parole… e nessuno in studio che gli abbia ricordato che la sua cosiddetta rivoluzione è un’idea vecchia di due decenni. Amen.

PS. Nomine Rai. Con alcuni dei personaggi del nuovo Consiglio di amministrazione mi è capitato di lavorare fianco a fianco, a cominciare dalla presidente Monica Maggioni che, a metà degli anni ’90, già mostrava la stoffa e la determinazione per fare parecchia strada. Con altri ho avuto frequentazioni professionali più recenti, ma è meglio che mi taccio, tanto non servirebbe a nulla parlarne…

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4 COMMENTS

  1. Borghi è sostenuto come grande scienziato da uno che ha avuto come unica scuola il Leoncavallo e non ha mai lavorato una sola ora in vita sua.

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