di GIANFABIO CANTOBELLI
Si resta basiti nel constatare con quale grado di approssimazione, pressappochismo ed ignoranza (quando non proprio disonestà intellettuale) vengano dibattuti nell'agone di una politica, sempre più qualitativamente ed intellettualmente deficitaria, temi la cui rilevanza è tutt'altro che trascurabile e meriterebbero, pertanto, di essere affrontati con gli strumenti di una matura capacità analitica piuttosto che farne oggetto di dispute da bar sport.
Mi riferisco alla questione dell'uso del contante (e del connesso obbligo di accettazione di pagamenti col POS) la cui delicatezza e le cui implicazioni di carattere sociale, economico e politico finiscono troppo spesso disperse nella densa caligine di mistificatorie cortine fumogene sollevate da disinformatori professionali dediti al fiancheggiamento militante di (poco commendevoli) interessi.
In questa prospettiva le esigenze di “contrasto dell'evasione fiscale” (sbandierate da giornaloni e reti tel