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Il debito è un problema, ma lo sono anche le bolle che crea

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debito_pubblico_nostre_spalledi MATTEO CORSINI

“I lunghi boom degli asset degli anni ’80, ’90 e 2000 ci hanno resi compiacenti nei confronti del debito, ma lo scoppio della bolla immobiliare ci ha resi troppo sospettosi nei suoi confronti. Dobbiamo trovare una felice via di mezzo”. Dietro alla bolla immobiliare scoppiata nel 2007 c’era un eccesso di debito o una mania speculativa? Noah Smith cerca di dare risposta al quesito, citando alcuni studi di economisti che sostengono le due tesi. Smith propende per la mania speculativa, per cui ritiene che sia necessario non essere troppo contrari al debito.

Come spesso accade, a mio parere l’analisi di Smith difetta di un macroscopico particolare che gli impedisce di avere una visione nitida della faccenda. Non si tratta di essere pro o contro il debito in quanto tale, dato che in un sistema privo di interventi da parte di governi e banche centrali il debito non può essere finanziato altrimenti che con i risparmi precedentemente realizzati da qualcuno. Questo non significa che in un sistema di libero mercato non si avrebbero casi di indebitamento eccessivo, con conseguenti fallimenti del debitore e perdite per il creditore; semplicemente vi sarebbe un limite all’espansione del debito e ogni euro o dollaro di debito sarebbe ottenuto solo se qualcuno prima ha risparmiato quell’euro o quel dollaro e ha deciso di concederlo in prestito.

In un sistema bancario a riserva frazionaria basato su una moneta fiat, al contrario, il debito non è coperto da risparmio se non per una parte. La restante parte (che è poi generalmente quella maggioritaria) è semplicemente denaro creato dal nulla. In un sistema in cui l’offerta di denaro può essere aumentata nel modo appena descritto, è evidente che il costo del debito è inferiore rispetto a un sistema basato su una moneta sana e assenza di interventismo. Tanto inferiore è il costo del denaro, quanto più profittevole appare (ex ante) un investimento finanziato a debito, a parità di flussi di cassa prospettici.

Questo tende a generare una pressione rialzista sui prezzi delle attività acquistate facendo ricorso al debito, e il trend rialzista richiama a sua volta nuovi compratori desiderosi di rivendere in un futuro più o meno prossimo a prezzi ancora superiori (ma prima o poi questo meccanismo implode). In sostanza, può darsi benissimo che tra coloro che hanno fatto eccessivo ricorso al debito per comprare immobili vi fosse un numero consistente di quelli che intendevano solo ottenere un profitto rivendendo in un momento successivo quegli stessi immobili, ma dovrebbe essere evidente che solo la creazione di denaro dal nulla e tassi di interesse distorti al ribasso hanno reso possibile che il fenomeno assumesse dimensioni sistemiche con il ben noto epilogo che ne è conseguito.

Non si tratta, quindi, di “trovare una felice via di mezzo”, ma di capire da cosa trae origine il debito e cosa va fatto per evitare che le bolle continuino ciclicamente a gonfiarsi e a scoppiare. Ma vallo a spiegare a uno che dà per scontato che non esistano alternative migliori ai sistemi monetari attuali.

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7 COMMENTS

  1. @Matteo Corsini
    A mio parere, il sistema a riserva frazionaria non slega i debiti dai risparmi. O, detto altrimenti, le banche si limitano a intermediare tra chi vuole risparmiare e chi vuole prendere a prestito. I risparmi e gli investimenti vengono disallineati solo quando la base monetaria viene incrementata dalla banca centrale, cosa che effettivamente costituisce creazione di denaro dal nulla.
    Consideri i seguenti casi:

    1) Tizio presta 10’000€ alla banca A per 1 anno, a un tasso d’interesse pari al 2%. La banca A usa 9’000€ per finanziare un investimento della durata di 10 mesi. Dopo 1 anno, Tizio ottiene 10’200€ e compra un’automobile.

    2) Tizio effettua un deposito bancario di 10’000€ presso la banca A, la quale paga un interesse annuale del 2% ai propri correntisti. La banca A usa 9’000€ per finanziare un investimento della durata di 10 mesi. Dopo 1 anno, Tizio firma un assegno da 10’200€ per comprare un’automobile.

    Mi sembra evidente che i due casi abbiano gli stessi effetti economici: Tizio risparmia 10’000€ per un anno, consentendo alla banca A di finanziare un investimento. Se non c’è una bolla finanziaria nel primo caso, non c’è neanche nel secondo.
    In effetti, il contratto di deposito bancario non è altro che un contratto di prestito: l’unica differenza tra il caso 1) e il caso 2) è che, in quest’ultimo, la data di scadenza non è prestabilita e viene decisa dal creditore (Tizio). Ma non c’è nulla di particolarmente strano nel fatto che un prestito non abbia una “data di scadenza” predeterminata, né nel fatto che sia il creditore a stabilire quando concluderlo. Non solo si tratta di una libera scelta da parte dei contraenti, ma è una pratica nota anche in altre forme (come nei demand loan http://www.businessdictionary.com/definition/demand-loan.html).

    • Non c’è nulla di strano se non trova nulla di strano, finché questa mancata stranezza riguardasse solo i suoi denari, Enrico. Per i miei due spiccioli la stranezza la colgo eccome.

      • In effetti, qualcosa di strano lo noto: che lei abbia firmato un contratto di deposito bancario, benché ritenga strane le condizioni in esso pattuite. Non sarebbe stato più facile evitare di firmarlo, anziché firmarlo e poi lamentarsene?
        Ciò detto, se non vuole che i suoi soldi continuino ad essere soggetti alle clausole di un contratto bancario, rescinda tale contratto. Lasci però alle altre persone la libertà di gestire i propri soldi come meglio credono. Fintanto che non voglia imporre le sue scelte a me o ad altri, è libero di rinunciare a qualsiasi contratto che ritiene strano.

        • Guardi che quello a cui manca l’opzione sono io lei è ben servito già così com’é.
          Non insegni agli altri quello che devono fare. Prenda atto dell’opzione mancante. Io non le ho mica detto che lei fa male a cedere la proprietà del suo danaro in favore della banca contro il diritto alla restituzione del un credito sempre che la banca non fallisca. De gustibus…

          • Se vuole un contratto di “vero” deposito, esistono le cassette di sicurezza. Altrimenti, se vuole qualcos’altro e nessuno è disposto a offrirglielo, prendo atto che manca quello che desidera – ma spero concorderà che non è colpa di nessuno.
            Spesso, purtroppo, chi critica il sistema a riserva frazionaria vuole bandirlo per legge. Visto il suo ultimo commento, deduco che lei non appartenga a questa categoria di persone; mi scuso quindi per aver supposto diversamente.

            • Premesso che quello delle cassette di sicurezza costituisce sempre un contratto per adesione ad un servizio di custodia sostanzialmente irresponsabile e non negoziabile tra le parti. La volontà delle parti con la banca è manifestata quasi solo per adesione “o minestra o finestra”. Questo va bene per imbesuiti non in grado di stare giuridicamente in piedi con le proprie gambe.
              Per non sbagliarsi e per spirito di servizio lo stato tratta (sottacendo altre dinamiche) la gente da lobotomizzati.
              Ancora, non s’affanni a spiegarmi cosa dovrei fare. Non so e non mi riguarda se lei si considera appagato dalle norme. Ripeto sono affari suoi.
              Quanto alla riserva frazionaria è inequivocabilmente una truffa, un aborto giuridico. Il lato dolo del Legislatore è imperdonabile perché non avendo previsto l’espressa opzione di chi non desidera prestare i denari al “depositario” in sostanza mutuatario o ci sono o ci fanno con la RESPONSABILITA’, vista l’intenzionalità e gli evidenti e noti incentivi o privilegi di comportamento imprenditoriale che questa mancanza impedisce o genera. Quanto alle colpe, se si ritiene, ognuno le vada a confessare al prete. Infine, anche ogni cosa da lei liberamente supposta sia sempre un suo libero vezzo. Buone vacanze.

              • Mi permetta di insegnarle come funzionano gli scambi commerciali: qualunque bene/servizio viene offerto alle condizioni stabilite dall’offerente, mentre il cliente può solo accettarle o rifiutarle. Con suo presumibile disappunto, la informo che non è un’esclusiva dei contratti bancari. Anzi, quasi tutti (se non tutti) i beni/servizi hanno la medesima caratteristica. Forse un lobotomizzato lo ignora, ma le persone normali ne sono ben consapevoli. Magari provi a farci caso: qualsiasi servizio da lei comprato viene fornito alle condizioni scelte dal venditore, e lei può scegliere solo se accettarle o no. Perciò, se nessuno vuole offrirle ciò che desidera, dovrebbe capire che sono affari suoi. Forse adesso sono stato più chiaro di prima, ma se vuole posso essere ancora più esplicito: nessuno è obbligato ad assecondare i suoi capricci, quindi se ne faccia una ragione. Ribadisco comunque che, se vuole un contratto di deposito, esiste già tale opzione; si chiama “cassetta di sicurezza”. Può dire che non le piace, ma non può dire che “manchi”.
                Adesso le insegno anche cosa è una truffa: “reato ai danni del patrimonio altrui eseguito mediante falsificazioni o raggiri, allo scopo di trarne profitto”. Data la definizione, la riserva frazionaria non è una truffa. La logica non è un’opinione: il contratto di deposito bancario specifica le condizioni alla base della riserva frazionaria, perciò non c’è alcuna falsificazione o raggiro. Quindi ha scritto uno sproposito. E’ chiaramente libero di scriverne altri, ma tempo che glieli farò notare come ho fatto finora. In caso contrario, buone vacanze anche a lei.

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