Uscito dalle consultazioni con il presidente della Repubblica, Luigi Di Maio ha letto un decalogo delle cose che per il M5S devono essere parte del programma dell’eventuale nuovo governo.
- “1) taglio del numero dei parlamentari (deve essere un obiettivo di questa legislatura e una priorità del calendario in Aula)”.
Un classico, anche se pare che non scaldi il cuore ai probabili nuovi alleati.
- “2) una manovra equa che preveda stop all’aumento dell’Iva, il salario minimo orario, il taglio del cuneo fiscale, la sburocratizzazione, il sostegno alle famiglie, alle nascite, alla disabilità e all’emergenza abitativa”.
E i soldi da dove verrebbero?
- “3) cambio di paradigma sull’ambiente, un’Italia al 100% rinnovabile”.
Questo fa molto politically correct, ma anche senza entrare nel merito dell’obiettivo, non può essere certo un obiettivo di un singolo governo, anche qualora durasse fino alla scadenza della legislatura.
- “4) una legge sul conflitto di interessi e una riforma della Rai ispirata al modello Bbc”.
Come no. La Rai modello Bbc è un classico, ma anche questo è un obiettivo da decalogo, che nessuno intende realmente realizzare.
- “5) dimezzare i tempi della giustizia e riforma del metodo di elezione del Csm”.
Considerando che l’obiettivo viene enunciato da un movimento manettaro che vede la prescrizione come fumo negli occhi, è alquanto improbabile assistere a un dimezzamento dei tempi della giustizia.
- “6) autonomia differenziata e riforma degli enti locali”.
- Non pare che fossero molto ben disposti verso le autonomie differenziate, se non lasciando a carico delle regioni con maggiore autonomia il mantenimento di fatto delle altre.
“7) legalità, carcere ai grandi evasori, lotta a evasione e traffici illeciti”.
Altro classico da decalogo statalista-manettaro.
- “8) un piano straordinario di investimenti per il Sud”.
Punto evergreen di ogni programma di partiti per lo più meridionalisti. Vedi commento al punto 2).
- “9) una riforma del sistema bancario che separi le banche di investimenti dalle banche commerciali”.
Qualcuno dica a Di Maio e colleghi che in Italia non servirebbe a nulla un provvedimento del genere, dato che le banche commerciali, nella parte investimenti, fanno per lo più da stampella al Tesoro, essendo imbottite di BTP.
- “10) tutela dei beni comuni, scuola, acqua pubblica, sanità, revisione concessioni autostradali”.
Giusto per completare il decalogo del buon socialista del ventunesimo secolo.
Resto convinto che, a prescindere dal partner di governo, con questi signori il cambiamento possa essere sempre e solo in peggio.