di JEAN MARC PATURLE
Se non si può dire che la società è giusta o ingiusta, lo si può dire del prezzo di un bene o della retribuzione di un servizio? In altri termini, le cose hanno un valore intrinseco, un valore oggettivo?
San Tommaso d’Aquino, teologo del XIII secolo, lo credeva. Dopo di lui tanti economisti lo hanno affermato e, purtroppo, alcuni persistono ancora oggi in quest’illusione. In termine semplici, considerano che il valore delle cose corrisponde al lavoro necessario per fabbricarle, ciò che Marx chiamava valore-lavoro. Così il valore di un chilogrammo di frumento corrisponde al tempo che è servito a un contadino per coltivare, seminare e raccogliere il suo campo, senza dimenticare il tempo necessario alla fabbricazione degli utensili che ha utilizzato. Secondo questa teoria, il valore di un bene sarebbe il valore del lavoro «incorporato» in questo bene. Otterremo quindi, più o meno agevolmente, un valore obiettivo che permetterebbe di definire un «