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Il “jobs act” e in vigore, ma non tocca i privilegi dei dipendenti pubblici

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shutterstock_burocrazia2di ARTURO DOILO

Tecnicamente sarebbe entrato in vigore sabato 7 marzo, ma in realtà è dal giorno 9 che il Jobs Act (che riguarderà solo i dipendenti del settore privato) è entrato in vigore e, a detta di Renzi e Poletti, “produrrà effetti miracolosi” sul mercato del lavoro.

Nel frattempo, ì dipendenti pubblici continuano ad essere gli unici che in questa crisi che miete vittime e posti di lavoro hanno la certezza di non essere licenziati, nonostante continuino a scioperare per rivendicare fantomatici “diritti”. Lo hanno fatto persino i giracarte delle Province, fintamente abolite: benché non perdano il posto (verranno ricollocati in altri uffici statali), si lamentano in quanto sarebbero costretti a spostarsi di qualche chilometro.

Ora, invece, la “discriminazione al contrario” riguarda il “Jobs Act”, inutile norma che non porterà un solo posto di lavoro vero, dal quale i burocrati vengono esentati: “Il Jobs Act non vale anche per i lavoratori del pubblico impiego perché tutta la discussione sulla legge delega è stata fatta sul lavoro privato e quindi non è applicabile al pubblico impiego”. Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti intervistato da un quotidiano. Il motivo? Secondo il ministro perché in Parlamento esiste già una legge specifica per il lavoro della Pubblica Amministrazione, ovvero dei fannulloni!

Come commentare? Semplicemente con le parole di Murray Newton Rothbard, che scriveva che “il settore pubblico vive necessariamente da parassita sull’economia privata”. Quotidianamente ne abbiamo le prove. Ma non ditelo ai travet al soldo della Repubblica, perché loro si definiscono “servi dello Stato”… ladro!

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1 COMMENT

  1. E’ molto semplice.
    Ci sono troppi dipendenti pubblici.
    Non servono e costano.
    La voce principale di ogni buon atto amministrativo sarebbe quella di accertare le reali necessità della macchina pubblica con la previsione di ridurne la grandezza.
    Immediatamente e senza ricollocare in altri ambiti, licenziare e iniziare a risparmiare ferocemente.

    Purtroppo in italia io non ho mai notato buoni atti amministrativi.
    E così sarà per il futuro.
    Basta osservare la vicenda delle province.

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