di FRIEDRICH VON HAYEK
Dobbiamo far sì che la costruzione di una società libera si prefiguri ancora una volta come un’avventura intellettuale, un vero e proprio atto di coraggio. Quello di cui difettiamo è una Utopia liberale, un programma che non rassomigli né ad una mera difesa dello status quo, né ad una sorta di socialismo temperato, ma che si manifesti invero come un radicalismo veramente liberale, il quale non badi alla suscettibilità dei potenti (compresi i sindacati), non sia troppo pregiudizievolmente improntato al pragmatismo e non si limiti a perseguire solamente ciò che appare oggi come politicamente percorribile.
Abbiamo bisogno di leader intellettuali che siano preparati a resistere alle lusinghe e all’influenza del potere, e che siano disposti a lavorare per un ideale, per quanto piccola possa essere la prospettiva di una sua immediata realizzazione. Devono essere uomini che intendano essere fedeli ai principi, e lottare per la loro piena realizzazione, per quanto remota possa apparire…
Il libero scambio e la libertà di scelta sono ideali che ancora possono eccitare l’immaginazione di un grande numero di persone, ma la prospettiva di una mera “ragionevole libertà di scambio”, così come quella di un mero “allentamento dei controlli” non si pongono né come intellettualmente rispettabili, né tanto meno sono in grado di suscitare alcun entusiasmo.