C’è un angolo del Medio Oriente che non passa alle cronache per sgozzamenti, guerre, scontri armati e kamikaze, ma per le opportunità economiche che offre a chi vuole fare impresa (apertura di società di consulenza e servizi, promozione del commercio, esportazione ed apertura dell’economia locale). Ed a ben guardare, ci sono vantaggi incredibili per l’apertura di una società in “Free Zone a Dubai e/o negli Emirati Arabi. Eccole di seguito:
– Proprietà straniera del 100%
– Tax free
– Libertà di rimpatriare il capitale e il reddito
– Nessuna imposta sul reddito personale
– Completa esenzione dai dazi doganali
– Nessuna restrizione valutaria
– Nessuna lungaggine burocratica (in 10 giorni si ha la licenza)
– Nessun problema di assunzione
– Possibilità di richiedere un visa resident se necessario e di aprire un conto corrente bancario personale (oltre quello corporate)
Poche regole e semplici, mica baggianate tipo “Salva-Italia”, “Sviluppo-Italia”, “Rilancia-Italia” e corbellerie italiche varie. Ai vantaggi di cui sopra, peraltro, per alcune Free Zone in particolare, se ne aggiunge uno di particolare importanza: la possibilità di aprire direttamente dall’Italia.
Le Free Zone degli Emirati Arabi Uniti sono state create allo scopo di facilitare gli investimenti stranieri; di conseguenza le procedure per insediarsi sono relativamente semplici, veloci ed economiche. Una lezione per i babbei che “gestiscono” l’economia italiana. Per aprire un’impresa in queste aree dette “Free-zone” è necessario chiedere una licenza, il cui costo si aggira intorno (a seconda dei consulenti a cui ci si affida) intorno ai 3-5.000 euro.
Una sola domanda ci resta da fare: ma la situazione politica stabile, di cui godono gli Emirati arabi oggi, è una garanzia nel lungo termine?