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Il ministero: il 98% delle aziende irregolari e al nord troppi evasori

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fumettoevasionedi LUIGI POSSENTI

Anche quest’anno danno i numeri quelli del Ministero delle Finanze. Eccoli: Il 98,1% delle grandi aziende, il 98,5% delle medie e il 96,9% delle Pmi controllate non risultano in regola con il Fisco. E’ quanto denuncia il MEF nel rapporto sulla lotta all’evasione. Il record appartiene agli enti non commerciali: riscontrate irregolarità nel 99,2% dei casi. L’evasione scoperta dall’Agenzia delle Entrate nel corso del 2013 ammonta a 24,5 miliardi di euro.

E l’evasione? A quanto ammonta quest’anno? L’evasione vale 91 miliardi, gran parte al Nord dicono. Il 52% dei 91 miliardi di euro di possibile evasione in Italia si attesta al Nord, dove il tax gap di Iva, Ires, Irpef e Irap è di 47,6 miliardi, contro i 24 miliardi del centro (26% del totale) e i 19,8 miliardi del Sud (22%).

Quindi? Quindi la solita tiritera: sono due i piani d’azione contro l’evasione fiscale che il governo considera al “centro della sua azione”: da un lato “una solida azione di contrasto agli illeciti, al fine di intervenire in chiave strutturale sul fenomeno, dall’altro un percorso di profondo miglioramento del rapporto tra fisco e contribuenti”, spiega il dicastero economico. E niente condoni!

L’esecutivo pensa inoltre all’inasprimento delle sanzioni. Il sistema sarà infatti rivisto, con particolare attenzione al settore penale, “con l’obiettivo di renderlo più incisivo per le fattispecie più gravi e attenuarlo invece per quelle meno gravi, meglio coordinandole con le sanzioni amministrative”, si legge nel rapporto.

Ah, dimenticavamo: nel comunicato di propaganda inviato alle agenzie il MEF afferma anche quanto segue: “L’evasione comporta un aumento del livello della pressione fiscale per i contribuenti che adempiono correttamente ai propri doveri fiscali”. La solita storiella, giusto per rinfocolare l’odio sociale, per mettere l’una categoria contro l’altra. E da domani, la propaganda dei media regime ci darà dentro.

 

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1 COMMENT

  1. Gli imprenditori si rifiutino di servire gli statali – a mali estremi, estremi rimedi.
    Poi, sull’evasione non scherziamo: un numero pauroso di dipendenti pubblici non si limita a fare la spesa in orario di ufficio. No, svolgono veri e propri secondi – quando non terzi! – lavori in nero.

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