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Il “niet” di berlusconi alla lega (tattico?) riavvicina maroni e reguzzoni

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di GIANMARCO LUCCHI Il 'niet' di Silvio Berlusconi alla candidatura di un leghista alla guida di Palazzo Lombardia alimenta le scintille tra Pdl e Lega Nord, in vista del voto anticipato, ma non frena le mire del Carroccio che continua a puntare sul suo uomo "forte", Roberto Maroni. E soprattutto non è affatto detto che si sia consumata la rottura: sembra invece l'inizio di un lungo "braccio di ferro". Il Cavaliere, dato nei giorni scorsi tra gli 'sponsor' della corsa dell'ex ministro dell'Interno, pronto a 'sacrificare' l'ambizione di avere un suo uomo in Lombardia per un ritorno dell'alleanza Pdl-Lega a livello nazionale, ha negato che questa sia la sua posizione e ciò ha destato una certa sorpresa.  "La Lega ha gia' la presidenza di due Regioni importantissime", come il Veneto e il Piemonte, ha ricordato Berlusconi, in un' anticipazione del nuovo libro di Bruno Vespa. "E' impossibile che il Popolo della Liberta' possa rinunciare anche alla Lombardia". Gelida la replica di Mar
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