Quello che sta per accadere in Italia con l’elezione del Presidente della Repubblica ha dell’incredibile. I partiti pensano di stare al tavolo di un casinò, alzano la posta ad ogni giro della pallina e ripetono la giocata sempre sullo stesso numero, pur di arrivare alla quarta votazione quando il quorum non richiederà più la maggioranza qualificata. Ma il motivo quale sarebbe? Facile, essere determinanti alla sua elezione significa poter influenzare domani le sue scelte. Ma non basta, deve avere le caratteristiche necessarie per poterlo influenzare: vi dice niente il tam tam che si è attivato tra i partiti per concordare sul fatto che debba essere un Presidente politico? Beh, il perché è piuttosto logico, ma i ‘giornaloni italiani’ restano zitti e allineati nel silenzio più totale.
E’ del tutto evidente che un politico possa essere domani più condizionabile di un tecnico, così la pallina della roulette continuerà a girare e la posta si alzerà. Ma questi novelli riformatori del nulla, che si riempiono la bocca con la parola democrazia, hanno tuttavia un comune interesse: evitare che siano sciolte le camere e trovare un accordo per evitare la minaccia di avere la Troika in casa. In pratica, si affidano allo “stellone italiano” per rimanere in sella fino alla naturale scadenza del mandato, in attesa che gli eventi scaturiti dagli stati costringano poi l’Europa a rivedere le sue politiche economiche.
Sullo sfondo dell’elezione del Presidente della Repubblica c’è però la nascita del partito della Nazione, ecco quindi spiegato perché Renzi sostiene che dal Patto del Nazareno non si decide il nuovo Presidente. Vediamo di riepilogare: Il “giano bifronte” Renzi-Berlusconi ha progettato, due anni orsono, lo smantellamento dei rispettivi partiti, e ora che l’operazione è stata completata, con quello che ne rimane faranno nascere il Partito della Nazione. Qualcuno potrebbe pensare che sia troppo diabolico? Macché, basta rileggersi il Piano di rinascita Democratica di Ligio Gelli e si scopre subito quanto ne abbiano attinto a piene mani.
Quindi, potrebbe accadere che davanti all’emergenza nazionale, (sempre per il “bene del Paese”), nasca domani un governo di Unità Nazionale senza dover far ricorso al voto anticipato, e con il battesimo ufficiale del nuovo Presidente della Repubblica, potrebbe anche garantirsi il prosieguo del mandato fino alla fine della legislatura. Che bel quadretto, si tratterebbe della più grande restaurazione politica nella storia della Repubblica, e il tutto senza dover passare per le urne, tanto ormai è già una sorta di “tradizione” da rispettare.
Ora, più il tempo passa, più dimostreranno che è l’unica soluzione possibile per salvare l’Italia e, anche, che la troika potrebbe essere benevola con il nuovo regime politico se ottiene tutto ciò che fino a ieri non ha mai ottenuto: la svendita dei patrimoni, il prelievo forzoso ma leggero dai conti correnti, e una bella una tantum “pro salvataggio dell’Italia”, che possa far incamerare almeno 400 miliardi di euro per far ripartire il Paese. Resterebbe ancora da vedere se rimarrebbe ferma sulla volontà di procedere al licenziamento del pubblico impiego e se quanto richiesto alla Grecia verrebbe poi richiesto anche all’Italia. E l’economia italiana? Nessun problema il ministro Padoan ha già garantito che nel 2016 la crescita è assicurata.
E’ un rito obsoleto, privo di significato per la gente comune.
Ma è rivelatore di cosa sia e di che si occupi principalmente la classe politica.
E’ una gang di delinquenti indaffarati nella lotta per il potere con ogni mezzo e ad ogni costo.
Chi se ne frega del presidente, rappresentante solo di sé stesso e della classe politica che lo elegge.
Di coloro che hanno rovinato e impestato la penisola.
Sono riuniti solo per spartirsi qualcosa cui noi non abbiamo accesso, e per cui saremo chiamati alla cassa.