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Il popolo veneto non ha bisogno di riconoscimenti

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di ETTORE BEGGIATO 

Lo stato italiano, nelle varie sedi (governo, corte costituzionale, tribunali vari), cerca disperatamente di non riconoscere il popolo veneto, tenta di negare al popolo veneto il diritto di sentirsi tale: emblematica la recente sentenza della Consulta e relativa bocciatura della legge regionale n. 28/2016 “Applicazione della convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali”.

Non abbiamo bisogno di tali riconoscimenti, l’esistenza del popolo veneto è un dato di fatto, e non sarà certo una sentenza, un pronunciamento, un ricorso o qualche altra diavoleria da “legulei”  a mettere un dubbio ciò che viene sancito dalla storia. Anche lo studioso più sprovveduto dovrebbe sapere che la nostra  Terra  prende il nome dell’antichissimo popolo dei Veneti, popolo del quale abbiamo  testimonianze certe  almeno dal 1.200 avanti Cristo.

Il  prof. Sabatino Moscati, già presidente dell’Accademia dei Lincei scrisse ancora nel 1985: “Se c’è una regione d’Italia antica nella quale sia evidente la coincidenza di un popolo, di cultura e di territorio, questa è il Veneto.
….tutto coincide: il popolo dei Veneti, la cultura che da loro prende il nome, il territorio che è sostanzialmente lo stesso ancor oggi”. E nello statuto della nostra Regione sta scritto, ancora nella prima stesura degli anni settanta, all’articolo due: “L’autogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e alle tradizioni della sua storia” e tale concetto è stato ribadito  all’unanimità dal Consiglio Regionale nel nuovo statuto approvato nella primavera del 2012.

E come non citare il prestigioso intellettuale e giornalista veneto, Goffredo Parise che nella terza pagina  del Corriere della Sera il  7/2/1982 scrisse un memorabile pezzo nel quale si leggeva: “Il Veneto è la mia Patria. Do alla parola patria lo stesso significato che si dava durante la prima guerra mondiale all’Italia: ma l’Italia non è la mia Patria e sono profondamente convinto che la parola e il sentimento di Patria è rappresentato fisicamente dalla terra, dalla regione dove uno è nato. Sebbene esista una Repubblica Italiana questa espressione astratta non è la mia Patria e non lo è per nessuno degli italiani che sono invece veneti, toscani, liguri e via dicendo…”.

E cosa diranno a Roma di quanto scrisse il grande Indro Montanelli che rispondendo a una mia lettera affermò che la Repubblica Veneta fu “una civiltà non italiana (quale la Serenissima mai fu né mai si sentì), ma europea e cristiana” (Corriere della Sera 24/9/1996)? E quale sarà la reazione degli “ermellini” della corte costituzionale quando si troveranno di fronte ai capolavori del grande pittore rinascimentale Carlo Crivelli, praticamente sconosciuto in Patria (veneta) ma al quale sono state riservate due sale in uno dei più grandi musei del mondo, la National Gallery di Londra, che si firmava  “Carlo Crivelli Veneto” ?

Ci sarà un processo postumo e le sue tele andranno al rogo?

Il 25 aprile ho partecipato alla manifestazione  in onore di San Marco nella piazza San Marco a Venezia con tanta gente, con tante famiglie che liberamente, pacificamente, con gioia facevano festa e sventolavano le bandiere venete; in tutta la nostra Terra  sono esposte migliaia e migliaia di bandiere di San Marco, nelle nostre scuole incominciano i corsi di lingua veneta, cresce in maniera esponenziale il processo di riappropriazione della nostra identità veneta: è un processo inarrestabile, Roma e l’Italia tutta non possono pensare di fermarlo con qualche sentenza che ha sempre più il sapore di “grida manzoniana”.

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1 COMMENT

  1. nessuna corte romana potrà annullare il Popolo Veneto per quanto compiacente sia ai poteri costituiti a Roma… appunto, il Popolo Veneto non ha bisogno di riconoscimenti… ne ha già avuti da tutti i paesi d’Europa e anche quando fu vinto dalle armi di Napoleone, fu poi l’imperatore da Vienna a complimentarsi dopo averlo aiutato a recuperare i cavalli di bronzo che la furia devastatrice napoleonica gli aveva sottratto…
    Non saranno questi ultimi centocinquant’anni di guerre e devastazioni nei suoi territori a domarlo, perché risorgerà vittorioso con la sua bandiera, unica su cui c’è scritto PAX… eppure proprio per sopravvivere in pace ne ha fatto di guerre…ma il suo motto per le alleanze coi territori con cui ha avuto rapporti era” ti non mi, mi con ti”, e questa fu la sua grandezza del suo dominio.

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