In questo momento particolarmente difficile in cui il governo sta predisponendo interventi che avranno l’effetto di aumentare ulteriormente il deficit, il Sole 24 Ore è andato alla ricerca di uno dei pochi tedeschi che sposano l’approccio solidaristico. Si tratta di Achim Truger, membro del Consiglio degli esperti economici del governo tedesco. Truger suggerisce una soluzione che ha molto poco di teutonico:
“Penso a una soluzione molto pragmatica. Si potrebbe fare un “ritocco cosmetico” sul modo in cui le regole fiscali sono misurate e applicate, in particolare sul deficit strutturale: basterebbe questo per aiutare l’Italia e molti Paesi colpiti dal rallentamento economico. Un grande passo in tal senso è aumentare la stima della crescita potenziale del Pil dell’Italia, che è irrealisticamente bassa, che è stata sotto zero in via cumulativa dal 2007. Non dico di aumentarla al 2% ma basterebbe incrementarla attorno all’1%. Questo automaticamente creerebbe più spazio fiscale. La Commissione europea dovrebbe muoversi in questa direzione.”
Quindi con una decisione politica si fisserebbe la crescita potenziale del Pil, concetto peraltro inevitabilmente arbitrario, a un livello tale da consentire maggiore “flessibilità”, ossia fare più deficit nel rispetto formale delle regole.
Per lo meno l’attuale presidente del’Inps, Pasquale Tridico, quando era solo un economista ascoltato dal M5S e loro candidato al ministero dell’Economia, ipotizzò un aumento dell’output gap derivante dalla introduzione del reddito di cittadinanza, che avrebbe generato un aumento delle persone alla ricerca attiva di un lavoro. Anche quello avrebbe consentito, secondo Tridico, di fare più deficit con il benestare della Commissione europea.
Resta sempre il solito problema: per quanto si giochi con le regole contabili, la realtà non cambia. Ne deriva che, con un bilancio già appesantito da un enorme debito come quello della Repubblica italiana, ogni ulteriore aumento dell’indebitamento può generare inquietudine tra i finanziatori del debito pubblico, con conseguente aumento dei rendimenti pretesi ed effetto a palla di neve sul debito stesso.
Ovviamente a sud delle Alpi il sogno dei fautori della via della prosperità a mezzo deficit è quello di ottenere una sorta di garanzia da parte dei Paesi a nord, Germania in primis. Anche prescindendo da considerazioni di merito, allo stato attuale questo credo sia destinato a restare un sogno, mentre la situazione richiederebbe di essere svegli e vigili.
I soldi degli altri, prima o poi, finiscono. Al contrario pare che i soldi dei nascituri non finiscano mai.