Ogni volta che sento parlare Matteo Salvini mi chiedo se, in fin dei conti, il suo obiettivo non sia quello di far rimpiangere Umberto Bossi, facendolo sembrare un gigante della politica. Salvini ha un’idea di “sovranismo” che ha poco a che vedere con l’indipendentismo e che credo farebbe rivoltare nella tomba il professor Gianfranco Miglio, il cui contributo, a dire il vero, fu malauguratamente messo ai margini anche dal precedente “capo”.
Parte integrante del progetto sovranista salviniano pare riguardi la Banca d’Italia che, a detta del segretario leghista, “quando la Lega sarà al Governo tornerà sotto il controllo pubblico”. Salvini, come tanti sovranisti (sembra quasi in competizione a chi la spara più grossa con gli esponenti del M5S, che hanno tra i loro ultimi punti di riferimento il presidente dell’Ecuador, Correa), continua a spacciare l’idea che il problema della Banca d’Italia sia il fatto che la proprietà delle quote del suo capitale faccia capo per lo più a soggetti privati, segnatamente a banche e assicurazioni.
Il fatto è che, come ho già avuto modo di scrivere, i proprietari della Banca d’Italia non decidono alcunché né in merito alla nomina dei membri del Direttorio, men che meno in merito alla gestione della Banca e alla destinazione degli utili. Prova ne sia che, tra tasse e retrocessione di utili (da signoraggio e non solo), oltre l’80 per cento dell’utile lordo della Banca d’Italia va al Tesoro.
L’idea di fondo dei “sovranisti” è che esista una via indolore alla soluzione dei problemi economici, e che questa soluzione sia la monetizzazione della spesa pubblica. Ma si tratta di nient’altro che di una grossolana illusione: la moneta fiat può solo essere usata per redistribuire la ricchezza, non per moltiplicarla. Altrimenti l’esperimento, più volte sperimentato in passato, avrebbe risolto i problemi, invece di moltiplicarli.
Fammi capire: il pacchetto azionario della Banca D’Italia , che, chiariamolo una volte per tutte è una SPA, pur essendo detenuto per oltre il 90% da aziende private (una fra tutte UNICREDIT che ne detiene una grossa fetta) non è controllata dalle stesse? Cosa vorresti far capire al tuo lettore? O meglio credi che chi legge questo tuo post sia un imbecille? QUANDO MAI CHI DETIENE LE AZIONI DI UNA QUALSIASI AZIENDA RINUNCIA A CONTROLLARLA PER I SUOI INTERESSI? TU COMPRERESTI DELLE AZIONI DELLA TIM, PER ESEMPIO, SENZA ADOPERARTI PER INFLUENZARNE LE DECISIONI A TUO FAVORE?
Concordo invece sul fatto che all’aumento fine a se stesso della quantità di denaro circolante non ci possa essere aumento di ricchezza, tuttavia deve essere altrettanto chiaro che se lo stesso denaro viene creato come strumento per aumentare la ricchezza reale, nel senso che non ci si limita a metterlo in circolazione ma lo si usa per creare ulteriori beni rispetto a quelli esistenti è evidente che non solo non si crea inflazione ma si incrementa la ricchezza e ciò in netto contrasto con quanto da te affermato.
Concludo dicendo che sicuramente il denaro potrebbe usato per distribuire la ricchezza ma tale possibilità teorica è impossibile da realizzare per la natura stessa del denaro che è stato creato per L’ACCUMULO E NON CERTO PER LA DISTRIBUZIONE della ricchezza. Se si vuole distribuire ricchezza ci sono tanti altri metodi/mezzi molto più efficaci e immediati ad iniziare da opportune scelte politiche e da adeguate normative che impediscano “GLI ACCUMOLI”.
Quando mai? Quando lo prevede una legge dello Stato!
Capisco, ora il mio problema è, cosa voterò???