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Il treno dei desideri di padoan viaggia al contrario

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Padoan, da Ue mi aspetto riconoscimento sforzidi MATTEO CORSINI

“Per ora siamo un vagone di mezzo nel treno della crescita europea. Fra un paio d’anni possiamo essere in testa al treno”. Dicono che a stare con lo zoppo si impara a zoppicare. Io credo che a volte si finisca per zoppicare peggio dello zoppo. Dopo due anni e mezzo di governo assieme a Renzi – che non ha alcuna remora a spararle grosse quando interviene su qualsivoglia argomento – il ministro Padoan sembra cercare ogni giorno di più di imitare il presidente del Consiglio. Ma anche quella dell’imbonitore è un’arte, e difficilmente la si impara se non si è predisposti, a maggior ragione se si inizia a una certa età. Così si finisce per rendersi ridicoli.

Per difendere previsioni di crescita futura ben più che ottimistiche (soprattutto considerando un track record non certo entusiasmante), Padoan ha affermato che l’Italia si trova in un vagone di mezzo nella crescita europea. Io non so che numeri prenda in considerazione Padoan, ma se si guardano quelli di Eurostat, prendendo qualsiasi lasso temporale, si nota che l’Italia cresce mediamente tra un terzo e la metà della media dell’Unione europea.

Questo significa che, nell’ipotetico treno europeo, il vagone Italia non sarebbe affatto nel mezzo. Quanto al futuro, va bene essere ottimisti, ma a esserlo troppo credo ci si renda poco credibili e anche ridicoli. A meno che Padoan non sottintendesse che il treno cambierà direzione. Allora, effettivamente, l’Italia potrebbe trovarsi in testa. Ma non sarebbe una grande notizia.

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