di ROBERTO GIURASTANTE
Con risposta data dal Ministero degli Esteri a firma del sottosegretario Marta Dassù il Governo italiano ha espresso la prima posizione ufficiale dall’inizio della “ribellione della legalità”, ovvero la campagna promossa dal Movimento Trieste Libera per il riconoscimento dello status giuridico di Trieste e del suo Porto internazionale all’interno della Zona A del Territorio Libero. E la posizione espressa è quanto di peggio la diplomazia italiana potesse produrre sulla irrisolta questione del Free Territory of Trieste. Il Governo italiano ha in un colpo solo cercato di riscrivere la storia e gli accordi internazionali disconoscendo il Trattato di Pace di Parigi del 1947, la XVIª risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Memorandum di Intesa di Londra del 1954, la Carta delle Nazioni Unite (Cap. I, art. 1, n. 2) e la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati (art. 61 comma 2 e art. 62).
L’articolo 21 comma 2 del Tratta
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