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Il vero cristiano è anarco-capitalista: parola di Guglielmo Piombini

Da leggere

di LEONARDO FACCO

La civiltà occidentale è sotto attacco, come mai prima lo è stata nella storia. L’umanesimo giudaico-cristiano, con radici profonde nella civiltà greco romana, si sta dissolvendo. Per dirla con Eugenio Capozzi, “L’Occidente ha forse scelto la via dell’autodistruzione”?

La tragica farsa covidiotesca ci sta portando nella direzione sbagliata, sta annichilendo anni e anni di conquiste del diritto. L’internazionale socialista, forte di un consenso fondato sulla paura e su una massa acefala di utili idioti politici, sta sferrando un attacco feroce alla cristianità, ma se l’Europa e l’Occidente tutto hanno un senso è proprio perchè hanno costruito la loro storia di libertà brandendo “La Croce contro il Leviatano”.

Si intitola proprio così lo stimolante libro scritto da Guglielmo Piombini, che lungo le 264 pagine del suo ultimo lavoro ci spiega perché “Il Cristianesimo potrà salvarci dallo Stato onnipotente”, quello che oggi vediamo in azione con tutto il suo vigore iconoclasta, al punto da aver trovato in Papa Bergoglio l’Anticristo, che vieta finanche le messe e i funerali.

Scrive Piombini: “La consonanza tra il cristianesimo e il liberalismo classico non è altro che la trasposizione, in forma laicizzata, dei comandamenti biblici, che impongono il rispetto assoluto degli altri individui, in quanto fatti a immagine e somigliana di Dio”. Alberto Benegas Linch, non a caso, ci ricorda che “La libertà è il rispetto assoluto del progetto di vita altrui”. Regola d’oro!

Laici ed atei compresi dovrebbero leggere il gustoso volume dato alle stampe da Piombini, perchè i tre saggi che lo compongono sono corroboranti, oltreché scritti benissimo, specialmente quelli firmati direttamente dall’autore.

Si comincia con James Redford e il suo “Gesù era un anarchico”, un saggio del 2001. Cento pagine deliziose, ritradotte da Gaetano Masciullo, in cui l’autore smonta una volta per tutte l’idea che il figlio di Dio fosse un comunista! Sulla scorta dei testi sacri e del Vangelo, Redford puntualizza quanto nostro Signore, “ci ha chiamato alla libertà e che la libertà e il messaggio di Cristo sono incompatibili con il concetto di governo”. Non è un caso, del resto, che il bambinello sia nato in una capanna a Betlemme, sfuggendo all’editto mortale di Erode, e sia morto in croce per non aver mai riconosciuto il potere temporale dei suoi carnefici.

Sulla scorta di quanto Redford asserisce, Piombini – nel lungo saggio centrale – dettaglia e precisa per quali ragioni “il vero cristiano è anarco-capitalista”. Inizia con precisare cosa si debba intendere per anarchia e cosa sia la “Regola d’Oro” (il principio di non aggressione tanto caro ai libertari); continua riprendendo passi fondamentali della Bibbia ebraica, dei Vangeli e delle lettere di San Pietro e Paolo; viviseziona lo Stato, che definisce “menzognero e ingannatore, il volto demoniaco del potere”; mostra senza timore di smentita “la vena satanica del socialismo” e conclude mettendo il dito nella piaga della democrazia, ovvero il dio della casta politico-burocratica che ha totalmente fallito. Imperdibili, credetemi sulla parola, i paragrafi dedicati al confronto tra Albert Schweitzer (definito da Einstein “il più grande essere umano del XX secolo”) e Friedrich Nietzsche, “dalla cui dottrina i nazionalsocialisti avevano assimilato la nozione che nel cuore della tradizione giudaico-cristiana vi era il principio di non aggressione, che essi intendevano annientare” (incredibile l’analogia coi sciagurati tempi che stiamo vivendo).

A seguire un paio di chicce estratte dal volume: “È una folle fantasia immaginare che Gesù fosse favorevole alla redistribuzione della ricchezza a opera dei governi, alla pianificazione centralizzata dell’economia o alla creazione di uno Stato assistenziale”. Ancora: “Il passato cristiano viene relegato nell’oblio […]. Si tratta di un’operazione ideologica tipica dei comunisti, nella quale la falsificazione del passato viene messa al servizio del progetto politico presente”.

Infine, con “I quaccheri: una storia libertaria”, terzo e conclusivo saggio del libro, l’autore di “La croce contro il leviatano” mette la ciliegina sulla torta della sua opera, raccontando una vicenda secolare, pressoché sconosciuta: quella della “Società degli Amici”.

Né cattolici, né protestanti i quaccheri sono stati un esempio di organizzazione su base individualista, anti-autoritaria e libertaria. Eredi dei “Levellers”, perseguitati in patria, sono fuggiti negli Stati Uniti, dove Roger Williams fondò una colonia nel Rhode Island. Di loro s’è occupato anche Murray Newton Rothbard, “elogiando a più riprese le comunità quasi anarchiche, senza tasse, senza Stato, pacifiche e tolleranti” che s’erano insediate nel Nuovo Mondo.

Parlando di “Quakernomics”, Piombini narra di questi uomini e donne religiosi come di un gruppo che aveva fondato la loro prosperità su etica del lavoro, onestà, affidabilità e correttezza negli affari: “Il capitalismo quacchero – scrive – si caratterizzava per frugalità, sobrietà di vita, elevati risparmi ed investimenti e destinazione di parte dei guadagni alle opere caritatevoli”. Insomma, l’esatto contrario del Keynesismo!

“La Croce contro il Leviatano” non è né un libro bigotto, né per bigotti. Leggerlo è un dovere morale. Amen!

 

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1 COMMENT

  1. Grazie per la tua bellissima recensione, Leo.
    E’ vero, non è un libro per i bigotti ma per gli amanti della libertà.

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