di GILBERTO ONETO
Non devono essere necessariamente i migliori a emergere e comandare. Non ha mai funzionato così: non sono i più buoni, i più diligenti o i più intelligenti a prevalere. Un vecchio adagio diceva “primi a scuola, ultimi nella vita” e trovava dimostrazione nella statistica. È già un bel vantaggio quando a salire in alto sono i più furbi, i più attivi o anche solo i più fortunati: succede così nel mondo del lavoro quando è libero e non condizionato da deformazioni esterne. In politica invece non è proprio mai successo che fossero i migliori (nella più ampia accezione morale del termine) a fare carriera: è sempre stata roba per tipi svegli, accorti, opportunisti e senza troppi scrupoli. L’ingrediente vincente è un giusto dosaggio di materia grigia e pelo sullo stomaco.
Sembra fare eccezione la Repubblica italiana: qui il pelo è una chioma fluente, serve spregiudicatezza e fortuna, si deve lavorare molto di lingua in tutte le possibili variazio
Comments are closed.