di GABRIELE BARELLO
Quella che stiamo vivendo da ormai due anni a questa parte è ormai una farsa pandemica, una distopia degna fino a poco tempo fa solo di qualche film Hollywoodiano. Invece purtroppo è la realtà.
Mai e poi mai difatti nessuno avrebbe immaginato che si usasse un virus, e di conseguenza la paura di esso e della propria salute, per accelerare un processo, che ha origini molto lontane. Non è obiettivo di questo articolo discutere di questioni mediche, per quelle ci sono gli esperti che hanno ampiamente sbugiardato coi numeri tutta la questione. Ci concentreremo qui sulle faccende economico/geopolitiche che come si vedrà hanno cavalcato anche la questione del virus per attuare un programma ben preciso.
La fine della I Guerra Mondiale e l’ascesa del Nazismo grazie alla spagnola
Alla fine della prima guerra mondiale, il mondo si ritrova sconvolto da un conflitto che ha sfinito un’intera popolazione. Come sappiamo tutti, nel 1918 quindi ben prima dell’ascesa di Hitler al potere e del Nazismo, ci fu un altro avvenimento molto importante: la pandemia influenzale di Spagnola. Fu la prima del genere H1N1, cioè del tipo Corona a coinvolgere l’intera popolazione globale e fu la prima del genere nel XX secolo. Provocò 50 milioni di morti su una popolazione di 2 mld di persone ed infettò circa 500 milioni di persone (a titolo di paragone il Covid-19 ne ha provocate circa 3 milioni su un totale di oltre 7 mld di persone e contagiate circa 160 milioni [fonte OMS[i]]). I sintomi erano identici, per ogni sindrome influenzale: difficoltà respiratorie e relative insufficienze che portavano alla morte anche di soggetti giovani. La fine della guerra, le malnutrizioni relative e le scarse condizioni igienico sanitarie contribuirono non poco alla diffusione anche tra i sani di questa piaga. Cosa che non si può dire oggi, pur ricordando il fatto che ogni anno (ultimo dato del 2016 ISS), muoiono circa 49.000 persone di infezioni negli ospedali.[ii] L’Italia conta da sola il 30% di tutte le morti nei 28 Paesi Ue.
Per debellarla vennero introdotte misure di contenimento della stessa che si rivelarono poco efficaci visto che il contagio accelerava ad un ritmo costante e lineare. All’epoca non c’era la globalizzazione, non si viaggiava come oggi eppure i contagi si moltiplicavano nonostante le misure di contenimento. Si separarono sani dai malati, ma non si poté impedire assembramenti o altro, per la mancanza di strutture di comunicazione e una rete capillare informativa, dunque si procedeva a spanne anche perché il virus all’epoca era sì totalmente sconosciuto.
Nel 1920 la spagnola lentamente perse di efficacia e la scienza ancora oggi non si dà una risposta definitiva sul perché. Forse il virus si indebolì? Siccome è un organismo biologico che ha bisogno di un ospite per sopravvivere, a furia di infettare e dunque di mutare nei vari corpi infettati i corpi stessi hanno sviluppato anticorpi adatti a reprimerlo? L’uomo aveva assunto una forma di autoimmunità? Non si sa nulla è ancora chiaro. Il virus non scomparve del tutto, ma rimase in forme molto deboli, come dimostrato nel 2009/2010 quando la SARS COV-1 (causata dal sottotipo H1N1) aveva elementi genetici di virus precedenti, quindi ad esempio gli anziani erano meglio protetti dei giovani, e mostravano sequenze geniche della vecchia spagnola.[iii]
Dopo tutto ciò nel 1920 il mondo riprese la normalità di prima, senza allarmismi senza terrorismi od altro. Semplicemente quando gli effetti si attenuarono, la gente smise di preoccuparsi.
C’era un paese che ne uscì sconfitto e martoriato sia dalla guerra che dalla spagnola: era la Germania.
Secondo uno studio ed una ricerca della Federal Reserve Bank di New York, durante il biennio 1918/1920 e soprattutto dopo, gli estremisti di destra cavalcarono l’onda pandemica per puntare il dito contro il nemico additandolo pure di aver diffuso volontariamente il virus per indebolire la Germania, la società e l’economia tedesca.[iv]
Il collegamento ha retto anche quando i ricercatori hanno tenuto conto di fattori come il passato voto di destra, la disoccupazione regionale e la composizione religiosa ed etnica di una città, ha detto nella ricerca l’economista della FED Kristian Blickle.
Scrive Blickle:
- “Le morti causate dalla pandemia influenzale del 1918-1920 hanno profondamente plasmato la società tedesca in futuro. Ciò che si evince dall’analisi storiografica, economica e sociologica di quel periodo è l’evidenza di come la politica nel suo complesso abbia influenzato i processi di salita al potere di una neo dittatura, quella Nazista. I risultati di tutto ciò e della preoccupazione della popolazione per la propria situazione economica, derivano e sfociano nei fatti gravi di antisemitismo alimentati dalla pandemia di spagnola. La retorica e la menzogna politica hanno portato ad un picco della menzogna che accusa falsamente il popolo ebraico di fabbricare o diffondere il virus per mantenere il controllo sul mondo.
- Allo stesso modo gli ebrei furono accusati della peste bubbonica nel XIV secolo, una macchia che potrebbe aver aiutato i nazisti nel XX secolo. Abbiamo trovato una correlazione più forte tra i decessi per influenza e il voto dell’estremismo di destra in regioni che storicamente avevano accusato le minoranze, in particolare gli ebrei, di pestilenze medievali.”
Insomma è abbastanza chiaro, di come con il terrorismo e le menzogne e pure con l’uso di pandemie sia facile influenzare le persone e proporre soluzioni deleterie ancor peggiori del male stesso. Inoltre dopo la fine del primo conflitto mondiale, i giovani e la loro psiche sono state sproporzionalmente e fatalmente colpite dal calo demografico e dalla crisi economica conseguente a tutto ciò, influenzando i loro atteggiamenti futuri. E poi la malattia potrebbe aver alimentato un odio per gli altri, poiché era percepito appunto come proveniente dall’estero.
Secondo lo studio, le aree con maggior numero di morti per influenza hanno anche speso meno soldi pro capite per i servizi governativi nel decennio successivo alla pandemia, soprattutto quando si trattava di servizi utili per i giovani, come le scuole.
Non solo dallo studio emerge come i privati abbienti abbiano contribuito alla costruzione, sia durante la pandemia di spagnola che successivamente, di scuole e ospedali. Blickle ha poi affermato come tale studio sia stato una vera sfida in ambito econometrico e sociologico e quindi bisogna essere cauti ma ottimisti anche perché offre un nuovo contributo alla discussione sugli effetti a lungo termine delle pandemie.
La crisi del 29’ e il disastro della II Guerra Mondiale
Il decennio che segue la pandemia sarà sociologicamente instabile ma in continua crescita per circa un decennio fino alla 1929, l’anno della Grande Depressione. Non staremo qui a ribadire concetti economici già ampiamente discussi e sbugiardati da premi nobel per l’economia come Frederick Von Hayek dove spiegò proprio in una sua famosa opera “Monetary Theory and the Trade Cycle” del 1929 i cicli economici, i cicli inflattivi monetari e il problema ed il paradosso del calcolo economico.[v]
Ciò che ne seguì per tentare di tamponare e “curare” i disastri dell’interventismo economico furono peggiori della malattia. Ed il cosiddetto New Deal di Roosevelt è soltanto la punta dell’iceberg.
Per approfondire la questione c’è un articolo sul sito del Movimento Libertario del 5 Giugno 2015 firmato proprio da me medesimo.[vi]
La crisi del 29’, provocò devastazioni sociali ancora peggiori dell’epidemia di spagnola, inflazioni galoppanti dovute alla creazione di quantità enormi di moneta dal nulla e la nascita di partiti nazionalsocialisti e di certi personaggi che ben sappiamo.
Inutile poi ricordare in Germania la Repubblica di Weimar altro scempio statalista economico, che creò inflazioni tremende e povertà diffusa.
A furia di emettere altra valuta per tentare di arginare le spirali inflattive precedenti, si arrivò nel 1930 ad un’inflazione del 814,5% annuo, con il marco tedesco che valeva un bilionesimo [1/1.000.000.000.000] di quanto valesse nel 1914. In quell’anno tra l’altro il collegamento tra il marco e l’oro fu abbandonato per lo scoppio della I Guerra Mondiale e fu denominato Papiermark (in tedesco “mano di carta”). Alla fine degli anni venti si arrivò a stampare anche banconote da 100.000.000.000.000 di marchi (centomila miliardi): anche le strade erano piene di banconote che venivano spazzate regolarmente e i bambini ci facevano aeroplanini di carta, la crisi economica era ormai al culmine, prezzi alle stelle ed inflazione galoppante più che mai.[vii]
Tutto questo concatenarsi di eventi catastrofici, favorì inevitabilmente l’ascesa del partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. Con l’incendio del Reichstag (27 Febbraio 1933), fu dichiarato lo stato di emergenza, che aboliva la maggior parte dei diritti civili forniti dalla Costituzione del 1919 della Repubblica di Weimar. In meno di un anno (31 Luglio 1932-23 Marzo 1933), venne distrutta la Costituzione di Weimar, depauperato il parlamento ed annullate le libertà di stampa e pensiero. Eventi che ricordano vagamente qualcosa di parecchio recente.
Alla morte di Hindenburg, il 2 agosto 1934, Hitler si insediò con il nuovo titolo di Führer della neonata Germania nazista. Poi la guerra totale, e la sconfitta nel 1945.
La nascita dell’ONU e di uno nuovo assetto sociale globale
Tutto ciò che avviene dopo il 1945 sono una serie di avvenimenti ben documentati e reali. Naturalmente non si tratta di complottismo, ma semplicemente di porsi delle domande sulla base di fatti e documenti incontrovertibili, sul perché siano avvenute certe cose o certi eventi.
Fin dal Congresso di Vienna (1814), si tentò di formare un’organizzazione internazionale con scopi governativi o di indirizzo governativo sui rispetti stati nazionali. Si costituì infatti un sistema diplomatico imperniato sul cosiddetto concerto europeo, vale a dire una sorta di direttorio delle grandi potenze che sebbene non caratterizzato da una organizzazione permanente può considerarsi l’antesignano delle future e più compiute organizzazioni internazionali a carattere universale.
I dipendenti di tali organizzazioni sono funzionari internazionali che godono molto spesso di immunità diplomatiche (quindi persone che godono di inviolabilità personale inviolabilità domiciliare, immunità dalla giurisdizione penale e civile ed immunità fiscale e tali immunità estese anche ai membri della famiglia), pur se tenuti a rispettare la legge durante lo svolgimento delle loro funzioni, ma in ogni caso difficilmente processabili e condannabili in base all’articolo 37/bis comma 3 del 1961 (Convenzione di Vienna).
Le organizzazioni internazionali descrivono e definiscono i loro scopi negli statuti o in altri documenti fondativi: esse esistono con uno statuto speciale e hanno diversi obiettivi, incluso, ma non limitato a incrementare le relazioni internazionali, promuovere l’istruzione, le cure sanitarie, lo sviluppo economico, la protezione dell’ambiente, i diritti umani, gli sforzi umanitari, i contatti interculturali e la soluzione dei conflitti. Sembrava tutto fantastico, ma dietro un paravento di benevolenza, si nascondeva un chiaro intento di formare una specie di governo internazionale unico, un qualcosa che superasse gli stati nazionali stessi.
L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), nasce ufficialmente il 25 Aprile 1945, dunque a guerra non ancora conclusa (2 Settembre 1945), durante la quale si riunirono 50 governi a San Francisco in una conferenza iniziando a redigere la Carta delle Nazioni Unite, rifinendo discussioni e documenti frutto di accordi precedenti risalenti alla Conferenza di Dumbarton Oaks (Washington, USA) del 21 Agosto del 1944 (quindi in pieno conflitto). Si tratta di colloqui informali fra le quattro potenze alleate contro l’Asse, ovvero USA, Gran Bretagna, Repubblica di Cina e URSS.
Ancora oggi nulla si sa di cosa si discusse realmente, anche se è incredibile come potenze ancora impegnate in un sanguinoso conflitto mondiale ancora al di là dal concludersi, pensassero già al dopo come se ne uscissero sicuramente vincitrici. Ma l’ONU è soltanto l’inizio.
Tali organizzazioni internazionali, oltre ad essersi ingrandite a dismisura col tempo, sono state foraggiate coi soldi dei contribuenti, ma non solo hanno più volte dimostrato inefficienza e lentezza nei processi attuativi a volte peggiori della burocrazia dei singoli governi nazionali.
Si sono moltiplicate anche di numero, e la NATO, l’UNICEF, il WTO, l’OCSE e l’OPEC sono soltanto le principali di una lunga lista sempre più ampia ed alquanto inutile di organizzazioni piene di funzionari stipati in palazzi e grattacieli pagati e mantenuti con miliardi di euro a far poco e quel poco che fanno, facendo danni e dando direttive e prendendo decisioni sulla vita degli altri senza alcun titolo ne diritto.
I segretari di tali associazioni sono spesso ex politici e spesso socialisti come ad esempio António Guterres, ultimo eletto nell’ordine dal 2017 ad oggi.[viii] È stato membro del Partito socialista portoghese e presidente dell’Internazionale socialista oltre che grande amico di Hugo Chávez e di Fidel Castro, dunque sorge spontanea una domanda: cosa ci fanno membri politici di una chiara parte politica all’interno di simili organizzazioni che si dichiarano promotori del combattere la povertà, la miseria e migliorare le condizioni economiche nel mondo, quando questi individui fanno parte proprio di ideologie criminali che fanno l’esatto contrario?
Quasi sempre poi viene scelta la sede in paesi neutrali come la Svizzera, dove ad esempio trovano luogo il WTO (World Trade Organization) a Ginevra e la BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) a Basilea.
Inoltre codeste organizzazioni si sono servite anche dell’appoggio di Big Company, per attuare i loro programmi, specialmente negli ultimi tempi come vedremo.
Ormai si sa bene come il Crony Capitalism (cioè il capitalismo di relazione o capitalismo clientelare), si sia dimostrato come ampiamente fallimentare ed anche Adam Smith nel suo trattato famoso “Wealth of Nation” (La Ricchezza delle Nazioni),[ix] condannò il relazionismo tra mondo produttivo e politico come deleterio ai fini dello sviluppo e della libertà individuale.
Nonostante la storia dimostri palesemente dunque, come organizzazioni centraliste, sovranazionali e centralizzate abbiano ripetutamente fallito, si è continuato ad insistere nella medesima direzione: serve un’organizzazione centrale per dirigere il tutto, in pieno stile sovietico.
Il WEF e il Great Reset o Agenda 2030
Ma tutto ciò non bastava naturalmente, serviva qualcosa di più, una spinta verso l’alto, un alleato in grado di svolgere compiti gravosi.
Serviva non solo un cambiamento generale sociale radicale, manche economico plasmato secondo una visione distopica e malata che poi col tempo è venuta fuori in modo chiaro e limpido scritto su carta: Il Grande Reset detto anche Agenda 2030.[x][xi]
Ecco che nel 1971 nasce il WEF (World Economic Forum),[xii] per mano di un ingegnere ed economista tedesco di nome Klaus Schwab.[xiii] Ovviamente la solita organizzazione senza fini di lucro, con sede a Cologny in Svizzera e che organizza e riunisce ogni inverno a Davos (località sciistica di lusso pari a Saint Moritz) sempre in Svizzera, un incontro tra i più importanti esponenti di primo piano della politica, economia assieme ad intellettuali e giornalisti selezionati (da chi non è dato saperlo).
Basti solo sapere che nel 2006, quando era ancora segretario dell’ONU Kofi Atta Annan, furono invitati due attori di Hollywood quali Brad Pitt ed Angiolina Jolie (con tanto di foto a confermarlo).[xiv]
Altra domanda che sorge spontanea: con quale titolo, e con quali competenze sono stati invitati due attori a conferenze di tale calibro e di cui non si sa mai nulla manco di cosa si parla (difatti è vietato l’ingresso alla stampa generalista e in generale ad ogni giornalista od opinionista indipendente, tanto che viene fatto un cordone di sicurezza di ben 20 km attorno alla struttura sede dell’evento, alimentando solamente e giustamente teorie complottiste)?
Sul sito ufficiale viene sommariamente indicato che si discute di “Ciò che il mondo ha più urgentemente bisogno e si trova a dover affrontare, anche in materia di salute ed ambiente”.
Del WEF fanno parte anche esponenti socialisti del calibro di Noam Chomsky, Mark Zuckerberg, Leo Rafael Reif (ingegnere venezuelano amico di Nicolás Maduro)[xv] e tanti altri.
Tale fondazione è finanziata (dice), dalle sue 1000 aziende associate, di solito imprese e multinazionali globali con oltre 5 miliardi di fatturato. Tali imprese si collocano tra le migliori aziende nel loro settore e/o paese e svolgono un ruolo di primo piano nel decidere e plasmare il futuro del loro settore e/o paese. L’appartenenza è stratificata dal livello di coinvolgimento con le attività del forum, con il livello delle quote associative che aumentano con l’aumentare della partecipazione a riunioni, progetti e iniziative.
Ora detto tutto ciò e sapendo che non esistono pasti gratis, ci si chiede quando costi appartenere al club esclusivo del WEF, ebbene ecco una breve lista prezzi: un abbonamento annuale per una singola persona costa ben 52.000 euro e 529.000 euro per lo “Strategic Partner” (ossia un diplomatico, un funzionario governativo esterno ecc… quindi pagherà di tasca sua o coi soldi degli altri? Chi lo sa). Per partecipare ad un singolo evento invece si pagano “soltanto” 23.000 euro a persona o 136.000 dollari per lo “Strategic Partner”.[xvi]
Ma nel 2014 il WEF ha aumentato le tariffe di ben il 20% come si evince dal sito ufficiale stesso, rispetto alle quote di cui sopra.
In ogni caso non fanno parte tante grosse aziende del WEF e tra queste c’è anche la Pirelli.
Non si sa se tale fondazione sia totalmente privata, misto privata pubblica o cos’altro quello che si sa è ciò che viene da loro stessi pubblicato sul sito ufficiale.
Il corposo servizio di sicurezza infine, viene ovviamente pagato dai contribuenti.[xvii]
Scorrendo tra i vari investitori si scopre che compaiono aziende quali Apple, Nestlé e Mastercard che fanno parte di un enorme fondo di investimento denominato BlackRock,[xviii] che gestisce un patrimonio totale di oltre 8.000 miliardi di dollari. Ci fanno parte anche Facebook, Pfizer (uno dei produttori di viagra e del vaccino anti Covid-19), JP Morgan e pure ING (quella dello stop ai contanti).[xix]
Casualmente fa parte del fondo BlackRock anche Shell,[xx] multinazionale attiva nel settore petrolifero, che tra l’altro fa parte anche del WEF di cui è uno dei principali investitori. Jeroen van der Veer[xxi] ex CEO Shell è naturalmente un membro del WEF molto attivo e grande amico di Klaus Schwab. Ci anche altre compagnie petrolifere nel WEF.
Dunque sorge l’ennesima domanda spontanea: cosa c’entra e cosa ci guadagna uno che ha diretto un’azienda che estrae petrolio, dunque che inquina da programmi del WEF come “Zero Carbon Emission” o “Sustainability for the Future”?
Presto detto, tali programmi sono sostenuti e guidati dalle principali istituzioni finanziarie del mondo e dalle banche centrali. Hanno creato una serie incredibile di organizzazioni come il WEF, il WWF (nata nel 1961 con sede a Gland in Svizzera) e tante altre per guidare la loro agenda di investimenti verdi. Investimenti che sono nel 90% dei casi investimenti pubblici, dunque soldi estorti dai contribuenti con la tassazione. Segui i soldi e troverai la soluzione, e difatti tanti piccoli pezzi del puzzle senza complottismi vengono a galla brillantemente.
BlackRock ha creato una struttura di investimento chiamata ESG, che scelga “vincitori” o “perdenti” per gli investimenti in base alla serietà con cui l’azienda si occupa di ESG: ambiente (Environment), valori sociali (Social values) e governance (Governance for sustainability).[xxii] Una sorta di enorme database. Chi ci sta bene, chi no non è degno di attenzione e può anche fallire. L’obiettivo centrale cruciale degli strateghi ESG è quello di creare un passaggio a energie alternative che come sappiamo sono altamente inefficienti e costose, l’utopia promessa dello Zero Carbonio (Zero Carbon Emission Program 2050).[xxiii]
Nel 2013, la principale banca di Wall Street, Morgan Stanley, ha creato il proprio Institute for Sustainable Investing.[xxiv] Questo è stato presto ampliato nel 2015 quando Morgan Stanley è entrato a far parte del comitato direttivo della Partnership for Carbon Accounting Financials (PCAF).[xxv]
Chi fanno parte del PCAF? Casualmente ci troviamo WEF, WWF, ONU, UNICEF e tanti altri.
Ma cosa leggiamo d’altro sul sito ufficiale del PCAF? Le seguenti parole:
- “Il PCAF si basa sulla posizione dell’accordo di Parigi sul clima secondo cui la comunità globale dovrebbe sforzarsi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C sopra i livelli preindustriali e secondo cui la società dovrebbe decarbonizzare e raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050”.
Nel 2020 il PCAF aveva più di 100 banche e istituzioni finanziarie tra cui ABN Amro, Nat West, Lloyds Bank, Barcylays, Bank of America, Citi Group, CIBC, Danske Bank, ING e tanti altri. Molte delle banche membri del PCAF sono state incriminate per riciclaggio di denaro, turbativa d’asta, investimenti ingannevoli ed altri reati gravi.
Eppure proprio nell’agosto 2020 il PCAF ha pubblicato una bozza di standard che delineava un approccio proposto per la contabilità globale del carbonio. Ciò significa che i banchieri si stanno creando le proprie regole contabili per valutare o valutare l’impronta di carbonio o il profilo verde di un’azienda. Dunque chi le rispetta otterrà in futuro finanziamenti, chi no potrà fallire miseramente.
All’interno del WEF c’è un membro del Consiglio di fondazione che è anche consigliere del Segretario generale delle Nazioni Unite come inviato speciale delle Nazioni Unite per l’azione per il clima: Mark Carney.[xxvi]
Mark Carney è uno dei protagonisti della riorganizzazione della finanza mondiale che sostiene le agende verdi del WEF ed il Great Reset dunque l’Agenda 2030.
Il 18 Dicembre 2018 a Davos ha affermato quanto segue:
- “Per raggiungere lo zero netto abbiamo bisogno di un’intera transizione economica: ogni azienda, ogni banca, ogni assicuratore e investitore dovrà adeguare i propri modelli di business, sviluppare piani credibili per la transizione e implementarli. Per le società finanziarie, ciò significa rivedere più delle emissioni generate dalla propria attività imprenditoriale. Devono misurare e segnalare le emissioni generate dalle società in cui investono e alle quali prestano. Il lavoro del PCAF per standardizzare l’approccio alla misurazione delle emissioni finanziate è un passo importante per garantire che ogni decisione finanziaria tenga conto del cambiamento climatico.”
Carney è stato anche Governatore della Banca d’Inghilterra, ed ha svolto un ruolo chiave nel convincere le banche centrali mondiali a sostenere l’agenda verde 2030 delle Nazioni Unite e del WEF. Lo ritroviamo sempre casualmente, accanto al presidente canadese Justin Trudeau.
Le principali banche centrali del mondo, attraverso la loro Banca centrale dei Regolamenti Internazionali (BRI) a Basilea,[xxvii] hanno creato una parte fondamentale della crescente infrastruttura globale che sta guidando i flussi di investimenti verso società “sostenibili” e lontano da quelle come le società del petrolio e del gas ritenute “non sostenibili”.
Stanno stabilendo le regole e definiranno un’azienda o anche un Paese in base al grado di emissioni di carbonio che creano. Dunque se sei pulito ed ecologico, potenzialmente ottieni degli investimenti. Se sei considerato un inquinatore di carbonio come oggi sono considerate le industrie del petrolio, del gas e del carbone, i flussi di capitale globali disinvestiranno o eviteranno di finanziarti.
Secondo questi autentici deviati mentali, quindi riceverai soldi e prestiti non se vendi con successo un prodotto, e magari hai delle idee interessanti ma solo se emetti meno carbonio possibile.
Questo è il Great Reset, l’Agenda 2030, cambiare le nostre abitudini di vita in modo radicale secondo un programma ben definito e scritto investendo soldi pubblici, quindi delle tasse rubate a chi lavora e produce, in meccanismi e progetti insostenibili economicamente e praticamente.[xxviii]
Idrocarburi sotto attacco dell’ambientalismo
L’obiettivo immediato di questa torre finanziaria è la spina dorsale dell’economia mondiale, l’industria del petrolio e del gas insieme al carbone. Quindi parte fondamentale della preparazione finanziaria per il Grande Reset è la trasformazione fondamentale da un’economia ad alta intensità energetica e conveniente a un’economia a bassa ed economicamente inefficiente.
Ma ci sono degli intoppi a tutto ciò, due paesi che fondamentalmente si oppongono a tutto ciò: USA e Russia. Il primo sostiene la sua economia sul petrolio, il secondo sul gas naturale.
Sappiamo bene come l’inquinamento prodotto dalle cosiddette attività umane incida in modo praticamente inesistente, sui cambiamenti climatici ciclici millenari (la teoria del riscaldamento globale antropico causato dall’uomo è una falsità già smentita da dati e studi scientifici, dalle immagini ufficiali della NASA che mostrano chiaramente l’estensione anomala dei ghiacciai perenni dell’Antartide[xxix] e da una lettera firmata da oltre 500 scienziati e climatologi inviata all’ONU nel 2017)[xxx] e cioè circa l’1,7% sul totale.[xxxi] Il restante è di origine naturale.[xxxii] Siccome ci stiamo dirigendo verso una nuova piccola era glaciale, è logico pensare che tutto il programma di “tutela ambientale” non abbia nulla a che fare con l’ambiente ma sia invece di natura totalmente politica.
Larry Fink[xxxiii] è il CEO del gruppo BlackRock e in una lettera al WEF del 2019 ha scritto:
- “Dato quanto sarà centrale la transizione energetica per le prospettive di crescita di ogni azienda, chiediamo alle aziende di divulgare un piano per come il loro modello di business sarà compatibile con un’economia net zero. Ognuno dovrà fare la sua parte per portare il mondo a zero emissioni, aziende, trasporti, abitudini di vita dovranno cambiare. Dove andrà BlackRock, altri seguiranno.”
Nella stessa conferenza del WEF di 21 Gennaio del 2020 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump come si sa, si scaglia contro il Great Reset con parole alquanto velate ma chiare. Lui chiaramente era al corrente di tutto ed inoltre punta il dito anche con Greta Thunberg dicendo:
- “La paura e il dubbio non sono buoni consiglieri. Per abbracciare e accogliere le possibilità di domani dobbiamo respingere questa apocalisse che ci era stata prospettata. Dobbiamo dimenticare quelli che ieri ci prospettavano un futuro buio e cupo. Noi non lasceremo succeda. Dobbiamo respingere i profeti perenni della sventura. Questo non è il momento del pessimismo. Questo è il momento dell’ottimismo.”[xxxiv]
Contemporaneamente promette di piantare un trilione di alberi negli Stati Uniti, ma ovviamente non basta. Arrivano le elezioni americane, dove con chiari imbrogli elettorali vince Joe Biden, diventando il nuovo presidente degli Stati Uniti.
L’amministrazione Biden aveva già promesso di eliminare gradualmente petrolio e gas vietando nuovi contratti di locazione in terre federali e offshore e l’oleodotto Keystone XL. Detto fatto, Chevron e BP annunciano migliaia di licenziamenti di operatori del settore lasciandoli senza stipendio ne futuro da un giorno all’altro.[xxxv]
Il settore del petrolio e del gas e dei suoi derivati come i prodotti petrolchimici sono al centro dell’economia mondiale. Le 50 più grandi compagnie petrolifere e del gas del mondo, comprese le società statali e quelle quotate in borsa, hanno registrato ricavi per circa 5,4 trilioni di dollari nel 2015.
Lavorando nel settore energetico il sottoscritto sa benissimo i prezzi in kW/h dell’energia prodotta dalle varie fonti ed indovinate qual è quella più cara? Naturalmente quella derivata dalle fonti rinnovabili. Tra le meno costose figurano quelle del gas naturale e del nucleare anche se naturalmente in crescita come da programma del Great Reset.[xxxvi]
Se si andrà avanti così è ovvio che i prezzi dell’energia saliranno alle stelle il costo dell’elettricità nei paesi industriali diventerà proibitivo per l’industria manifatturiera e per tutta la produzione in generale e questo sta già avvenendo ad esempio con l’aumento dei beni di prima necessità, come la farina e il latte. Mentre la nuova amministrazione Biden spinge la propria opposizione ideologica ai cosiddetti combustibili fossili, il mondo vedrà un rapido declino degli investimenti nel petrolio e nel gas. E i perdenti saranno i consumatori chiaramente.
Per finire le affermazioni nel 2010 del capo del gruppo di lavoro 3 del gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, il dott. Ottmar Edenhofer,[xxxvii] che ha detto ad un intervistatore:
- “… Bisogna dire chiaramente che ridistribuiamo di fatto la ricchezza mondiale attraverso la politica climatica. Ci si deve liberare dall’illusione che la politica climatica internazionale sia politica ambientale. Questo non ha quasi più nulla a che fare con la politica ambientale…”.
Insomma è chiaro e limpido che siamo di fronte ad un’azione politica di evidente stampo socialista, una sorta di nuovo Comunismo 2.0 rinato dalle ceneri del 1989.
Covid-19 e Great Reset: emergenza sanitaria usata per accrescere il potere centrale
Anno 2020. Scoppia la “pandemia” da Covid-19 un virus apparentemente sconosciuto, ed a detta dei media generalisti altamente mortale e che miete molte vittime.[xxxviii]
Klaus Schwab, come abbiamo visto è il fondatore e CEO del WEF e scrive un libro assieme al socio ed amico Thierry Malleret che pubblica a Marzo 2020 dal titolo e tempismo eloquente: “Covid-19-The Great Reset”.[xxxix]
Ora fermiamoci un attimo a riflettere e rifarci alcune domande… dovrebbe esistere una “pandemia” in corso, che richiederebbe misure di contenimento della stessa, si ammalano delle persone e dunque vanno curate opportunamente.
Leggendo quel libro pare di avere a che fare con un manuale d’istruzioni di una specie di “nuova normalità”: sì perché di ritornare alla vita pre “pandemia” quindi fino al 2019 non se ne parla proprio, anzi si deve accettare il fatto che non si è più come prima e bisogna portare mascherine e dispositivi di protezione, distanziamenti sociali, serrate delle attività, coprifuoco, quarantene e lavoro a domicilio. E tutto questo viene attuato come? Con una massiccia campagna di paura, 24 ore al giorno 7 giorni su 7 che ha martellato per ben 2 mesi interi almeno in Italia, con bollettini giornalieri asfissianti ed immagini raccapriccianti.[xl]
Non solo, la polizia repressiva e le misure militari messe in campo per far rispettare misure liberticide e lesive della dignità umana e che a distanza di un anno coi dati alla mano si può confermare che lo siano state a tutti gli effetti, sono state totalmente assurde.[xli]
Abbiamo assistito a scene che mai e poi mai avremmo pensato di vedere nella nostra esistenza: persone che facevano delazione sui vicini o su chi girava per strada, droni che inseguivano persone solitarie in mezzo alla spiaggia, e perfino il peggio immaginabile: TSO a ragazzi appena maggiorenni per il solo fatto di voler esprimere un’opinione contraria alla narrazione univoca.[xlii]
Inoltre oltre a tutto ciò, si sono messe in campo ulteriori misure liberticide e discriminatorie, lesive della libertà personale e di circolazione ed in violazione di parecchi articoli della Costituzione e della Carta dei Diritti dell’Uomo, per un virus che non si è rivelato quello che era alla fine, ma anzi molto meno pericoloso di altre malattie ben più gravi per le quali non si sono imposte misure del genere.
Da quando l’OMS ha dichiarato la pandemia (non esiste alcun documento scritto che dichiari apertamente la pandemia che è stata dichiarata soltanto a voce), l’Europa ha visto l’avvento di due curiosi strumenti giuridici: il certificato verde digitale (DGC)[xliii] e i moduli di localizzazione dei passeggeri (PLF).[xliv] Lavorando spalla a spalla come un “quadro universale” draconiano, stanno scavando un buco legislativo di un metro e mezzo in cui deporre la libertà di movimento e il concetto di integrità corporea.
Finora si poteva viaggiare liberamente. Generalmente, si richiedeva una prova di identità e cittadinanza, cioè un passaporto. A volte c’erano anche requisiti medici e di visto. All’interno della zona Schengen, per esempio, i cittadini europei non avevano nemmeno bisogno di un passaporto e fino ad ora, si aveva il controllo sul proprio corpo. Si potevano scegliere le proprie medicine, per esempio. Se ci si ammalava, in generale, si decideva autonomamente il proprio trattamento col supporto del proprio medico personale. Si poteva essere imprigionati solo se faceva qualcosa di sbagliato.
Ma da ora non sarà più così: certo se si vorrà viaggiare saremo ancora “liberi” ma alle condizioni che lo Stato ci imporrà di rispettare. Ci farà scegliere se condurre un test antigenico o somministrare una terapia genetica sperimentale, per esempio, che noi siamo malati o meno. Siccome è abbastanza benevolo e umano ci concederà anche di passare da non vaccinati a patto che noi facciamo una quarantena di almeno due settimane (pensate all’inferno se uno viaggia chessò per vacanza o per lavoro e quanto tempo perso per nessun motivo).
In certe questioni, si lascerà che sia lo Stato a decidere. Perché? Perché lo Stato presumerà che noi saremo una minaccia per la salute pubblica, e naturalmente c’è chi lo accetterà. È tutto fatto per la sicurezza di tutti naturalmente.
Ebbene il DGC è il Certificato Verde Digitale. Si tratta di un sistema di controllo sanitario che incorpora certificati medici che porterete sul vostro telefono. Il DGC permetterà alle “autorità” (non definite) di discriminare tra le persone sulla base della loro “salute” (ricordando che se queste persone sono malate o meno sarà irrilevante): e tutto questo non solo alla frontiera, ma anche all’interno dei territori degli stati membri. Che si vada in vacanza con la famiglia o a mangiare con gli amici, le guardie di frontiera, le forze di polizia nazionali e gli agenti privati come il personale di sicurezza divideranno gli europei vaccinati dai non vaccinati, i testati dai non testati e gli immuni dai non immuni. Sarà una sorta di lager sanitario generalizzato ma ovviamente verrà fatto tutto per la nostra “sicurezza”.
Che la “vaccinazione” impedisca effettivamente la diffusione della malattia, o che il “test” provi l’infezione come ampiamente dimostrato più e più volte, è irrilevante.[xlv] Il punto è che tu sei una possibile minaccia per la salute pubblica. Non siamo più persone libere: siamo ormai possibili minacce sanitarie accertate o non accertate.
Col PLF, cioè il Modulo di Localizzazione del Passeggero si raggiunge l’apice del controllo centrale stile 1984, difatti già in molti paesi come il Regno Unito o l’Irlanda, prima di viaggiare si deve compilare un modulo nel quale sotto la vostra responsabilità dovete dichiarare di non essere malati e non essere entrati in contatto con persone malate (cosa impossibile da fare e fa capire come tutta la questione di sanitario abbia poco o nulla), ed inoltre fornisce al governo ampie informazioni su di voi e sul vostro viaggio, fino al numero del vostro posto in aereo e le camere in cui alloggerete. Vorranno sapere dove ti trovi ad ogni passo e, naturalmente, come contattarti. Un’invasione della privacy senza limiti.
Mettiamo caso che eravamo su un aereo con qualcuno che poi è risultato positivo al Covid-19 (dopo uno dei test col tampone farlocco con PCR alterati), ovviamente il vostro PLF dimostrerà che eravamo sul quel volo, magari seduti proprio vicino a lui. Così una settimana o due dopo il viaggio ecco che le autorità chiameranno. Potrebbero chiederci di venire a fare un test, al quale se ci rifiuteremo loro sapranno dove alloggiamo e verranno a casa nostra, intimandoci di restare agli arresti domiciliari in modo totalmente illegittimo o perfino arrestarci e portarci in caserma.
Pensate che si stia esagerando vero? Eppure tutto questo sarà possibile certamente. Lo Stato non è mai stato magnanimo. Con questo sistema, non sarà difficile rendervi la vita miserabile.
Un esempio di tutto ciò è quello che sta succedendo in Canada, dove il governo del socialista Justin Trudeau, membro attivo del WEF e quindi sostenitore del Great Reset, sta attuando programmi di massicci investimenti pubblici per campi di detenzione sparsi per la costa del Canada e in varie città tra cui Vancouver, Montreal e Toronto. Potranno detenere fino a 1.600 viaggiatori fino a 15 giorni e potranno essere riutilizzati in futuro per altre “emergenze” sanitarie o per salvaguardare la “salute pubblica”.[xlvi]
In Germania invece è stata approvata il 18 Novembre 2020 una legge per la “Protezione della popolazione contro future epidemie”,[xlvii] alquanto controversa e che ha sollevato proteste e perplessità di numerosi costituzionalisti tedeschi, perché di fatto annulla parecchi dei poteri federali sostituendoli con leggi nazionali.[xlviii] In pratica lo Stato avrà il potere assoluto di decidere della vita altrui come e quando vuole, basterà trovare l’emergenza giusta al momento giusto anche perché ila legge stessa è fumosa e pare non riguardare solo il Covid-19 ma anche altre emergenze.
Uno dei difetti maggiori dell’umanità è avere la memoria corta perché è dai tempi del Patriot Act del 26 Ottobre 2001, proclamato come urgente in seguito agli attentati dell’11 Settembre che gli Stati nazionali con la scusa della sicurezza collettiva, erodono lentamente le libertà fondamentali col tacito generale. Trovata l’emergenza, trovato il pretesto per limitare ancora le libertà, non è forse il momento di dire basta a tutto questo?
Oltre a Schwab, c’è un altro simpatico soggetto proveniente dalla Danimarca e cioè Ida Auken.
L’11 Novembre del 2016, si avete capito bene nel 2016, scrive sul sito ufficiale del WEF un articolo che si intitola “Welcome to 2030. I own nothing, have no privacy, and life has never been better” (“Benvenuto nel 2030. Non possiedo nulla, non ho privacy e la vita non è mai stata migliore”).[xlix]
Ora, credo che a nessuno minimamente sano di mente venga mai di pensare di scrivere una cosa del genere, eppure sta tutto scritto o meglio… stava tutto scritto. Sì perché da qualche mese il WEF ha pensato bene di far sparire l’articolo perché a loro detto “utilizzato per scopi propagandistici complottisti sulla pandemia da Covid-19”. Veramente assurdo. Per fortuna internet ha una memoria lunga e non corta e la traccia dell’articolo è facilmente recuperabile da chiunque tramite Web Archive, anzi recuperandolo e smanettandoci un po’ si scopre che nel corso dei mesi l’articolo oltre ad aver visto la nota aggiuntiva dell’autrice, ha visto anche un restyling del titolo: “Here’s how life could change in my city by the year 2030”, “Ecco come potrebbe cambiare la vita nella mia città entro il 2030”.[l] Tutto verificabile e documentato. Curioso vero? Chi è il vero “complottista”? Chi scova i “complotti” o meglio chi li ordisce?
Niente più shopping, basta con la proprietà privata (preparatevi dunque a cedere la vostra casa, i vostri televisori, automobili ecc), tutto sarà meravigliosamente condiviso in sharing con gli altri quando serve. Saremo liberi dai puzzolenti ed inquinanti motori termici in favore di meravigliose e “sostenibili” auto elettriche, lavoreremo in smart-sworking esteso (sì proprio quello che supinamente stiamo accettando ovunque senza alcun criterio) e tutti saremo felici e contenti. Ci incontreremo di meno perché con la tecnologia basterà connetterci tutti assieme virtualmente. Questa la sintesi dell’articolo. Non è meraviglioso? Ed è ancora più meraviglioso che in tutto questo voi avrete zero voce in capitolo: saranno loro a decidere per noi, loro che sono più intelligenti ovvio.
La nota dell’autrice è la seguente ed ha davvero del comico per non dire del ridicolo:
- “Alcune persone hanno letto questo blog come la mia utopia o il sogno del futuro. Non è così. È uno scenario che mostra dove potremmo essere diretti – nel bene e nel male. Ho scritto questo pezzo per avviare una discussione su alcuni dei pro e dei contro dell’attuale sviluppo tecnologico. Quando si ha a che fare con il futuro, non è sufficiente lavorare con i rapporti. Dovremmo avviare discussioni in molti nuovi modi. Questa è l’intenzione con questo pezzo.”
Dovrebbero dargli un Oscar, come peggior attrice protagonista e calare pietosamente il sipario.
Ma ora arriva la parte decisamente migliore, perché andando a studiarsi tutta la questione, ripeto basandosi solamente su fatti e documenti ufficiali incontrovertibili, e lì che si scoprono cose incredibili.
Ad esempio la cosiddetta pianificazione dei passaporti vaccinali è iniziata almeno 20 mesi prima della “pandemia” da Covid-19. Dunque la pandemia non è la causa del “passaporto vaccinale” ma ha convenientemente fornito la giustificazione per la sua introduzione.
Infatti la Commissione europea, già il 26 aprile 2018, aveva prodotto un documento in cui si proponeva per la prima volta l’idea del “pass vaccinale”.[li] L’anno successivo difatti sono stati specificati i piani di proposta per l’attuazione di un documento elettronico utile per i viaggi transfrontalieri, prevedendo di poter legiferare in materia entro il 2022.
Nel documento di pianificazione del 2019, uno dei punti chiave sembra essere proprio il supporto ai paesi europei per “contrastare l’esitazione dei vaccini” e si fa specifico riferimento al sostegno per l’autorizzazione di “vaccini innovativi” (per l’appunto mRNA), oltre ad affermare che l’industria farmaceutica ha un ruolo centrale nel soddisfare gli obiettivi descritti nel documento. La tabella di marcia elenca “il miglioramento della capacità produttiva dell’UE” e lo stoccaggio dei vaccini come ulteriori punti d’azione da tenere in seria considerazione negli anni a venire.[lii]
Si prevede che tutto il mercato legato ai vaccini ed alla vaccinazione di massa varrà 100 miliardi di dollari di vendite e ben 40 miliardi di profitti netti, mica male come business.[liii] Ma questi numeri si riferiscono solo al primo ciclo completo di vaccinazione Covid-19, e siccome la questione continuerà per altri anni a venire pensate ai guadagni in prospettiva.
Il Green Pass, o “passaporto vaccinale”, oltre a porre il problema dei dati medici personali (in un mondo dove ormai la privacy è pura illusione), sembra essere un grande favore a chi fa enormi profitti con i vaccini. Infatti, senza dover mettere alcun obbligo formale al vaccino, il “passaporto vaccinale” forza la mano alle libertà degli individui che si sentirebbero costretti, seppur non obbligati, a vaccinarsi per poter vivere normalmente la propria vita, potendosi così spostare liberamente in altre nazioni oppure, addirittura, all’interno del proprio paese e nei luoghi del proprio vivere quotidiano.
Comunque la si voglia mettere la situazione è chiara, si prospetta un mondo dove la libertà da stuprata qual è, lo sarà ancora di più ad ogni livello col supporto della tecnologia, e l’intento è limpido fin da subito: arrivare al modello cinese. La sanità e la presunta salute pubblica non c’entrano per nulla. Siccome la massa sembra ormai rassegnata al Coronazismo imperante, starà al singolo impedire che ciò accada disobbedendo il più possibile.
FONTI
[i] https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/dashboards/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6
[ii] https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/05/15/allarme-rosso-infezioni-ospedaliere-49-mila-morti-lanno_41a0e9c5-8f5d-4373-acda-4f46014f9dd0.html
[iii] https://it.wikipedia.org/wiki/Influenza_spagnola
[iv] https://www.newyorkfed.org/medialibrary/media/research/staff_reports/sr921.pdf
[v] https://www.mises.ch/library/Hayek_Monetary_Theory&Trade_Cycle.pdf
[vi] https://www.movimentolibertario.com/2015/06/bill-de-blasio-il-new-deal-e-lignoranza-economica/
[vii]https://it.wikipedia.org/wiki/Iperinflazione#:~:text=Nel%20periodo%20direttamente%20successivo%2C%20cio%C3%A8,di%20quanto%20valesse%20nel%201914.
[viii] https://it.wikipedia.org/wiki/Ant%C3%B3nio_Guterres
[ix] https://it.wikipedia.org/wiki/La_ricchezza_delle_nazioni
[x] https://festivalsvilupposostenibile.it/public/asvis/files/LAgenda2030egliSDGs.pdf
[xi] https://www.agenziacoesione.gov.it/wp-content/uploads/2020/04/agenda-2030-card-17-goals.pdf
[xii] https://www.weforum.org/
[xiii] https://it.wikipedia.org/wiki/Klaus_Schwab
[xiv] https://it.wikipedia.org/wiki/Kofi_Annan#/media/File:Angelina_Jolie_at_Davos2.jpg
[xv] https://en.wikipedia.org/wiki/L._Rafael_Reif
[xvi] https://it.euronews.com/2019/01/22/quanto-costa-essere-a-davos-2019-dove-il-22-dei-presenti-e-donna
[xvii] https://www.swissinfo.ch/ita/forum-economico-mondiale_10-cose-da-sapere-sul-wef/42849006#:~:text=E%20chi%20sono%20invece%20i,annua%20di%2031’500%20franchi.
[xviii] https://www.blackrock.com/it
[xix] https://www.weforum.org/partners/#S
[xx] https://fintel.io/so/uk/rdsb/blackrock
[xxi] https://en.wikipedia.org/wiki/Jeroen_van_der_Veer
[xxii] https://solutions.refinitiv.com/esg-data/?utm_content=Company%20Data-IT-EMEA-G-EN-Exact&utm_medium=cpc&utm_source=google&utm_campaign=434508_PaidSearchEN&elqCampaignId=13781&utm_term=environmental%20social%20and%20governance&gclid=CjwKCAjwy42FBhB2EiwAJY0yQgU_E9LtFxj3gndqGQE8BE787jx8f6TFT_NFGvNfxvt7550DapBthhoCLAQQAvD_BwE&gclsrc=aw.ds
[xxiii] https://www.investmentbank.barclays.com/our-insights/Emission-impossible-closing-in-on-net-zero.html?cid=paidsearch-textads_google_google_themes_decarbonization_we_research_carbon_exact_1125505913999&gclid=CjwKCAjwy42FBhB2EiwAJY0yQmOHz5dtRMnVtq1_4DZtBZngNmYctU2LSO_peLYqjxQgiiGUQemH6RoCJNwQAvD_BwE&gclsrc=aw.ds
[xxiv] https://www.morganstanley.com/what-we-do/institute-for-sustainable-investing
[xxv] https://carbonaccountingfinancials.com/
[xxvi] https://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Carney
[xxviii] https://www.globalresearch.ca/davos-great-reset/5715515
[xxix] https://www.nasa.gov/feature/goddard/nasa-study-mass-gains-of-antarctic-ice-sheet-greater-than-losses
[xxx] https://www.independent.co.uk/climate-change/news/climate-change-science-deniers-boris-johnson-environment-leak-a9094631.html
[xxxi] https://www.open.online/2019/09/30/zichichi-a-greta-studia-il-cambiamento-climatico-non-e-legato-alle-attivita-umane/
[xxxii] https://www.lettoquotidiano.it/cambiamento-climatico-colpe-risultati/27466/
[xxxiii] https://it.wikipedia.org/wiki/Laurence_D._Fink
[xxxiv] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/01/21/world-economic-forum-discorso-trump-lallarme-spionaggio/
[xxxv] https://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?id=345047
[xxxvi] https://www.ingdemurtas.it/varie/costo/
[xxxvii] https://en.wikipedia.org/wiki/Ottmar_Edenhofer
[xxxviii] https://www.quotidiano.net/esteri/covid-mondo-news-oggi-1.6218484
[xxxix] https://www.amazon.it/dp/B08CRZ9VZB/ref=dp-kindle-redirect?_encoding=UTF8&btkr=1
[xl] https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/21/un-anno-fa-ero-tra-le-bare-di-bergamo/6140670/
[xli] https://www.nicolaporro.it/uno-studio-internazionale-demolisce-il-lockdown/
[xlii]https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/05/07/news/fano_studente_si_incatena_al_banco_per_non_indossare_la_mascherina_e_finisce_in_psichiatria_con_un_tso_proteste_a_scuola-299804829/
[xliii] https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/coronavirus-response/safe-covid-19-vaccines-europeans/covid-19-digital-green-certificates_it
[xliv] https://www.who.int/publications/m/item/public-health-passenger-locator-card
[xlv] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/covid-19-dopo-il-vaccino-ci-si-puo-ancora-infettare
[xlvi] https://www.naturalnews.com/2020-10-14-canadian-government-erecting-detainment-camps-medical-tyranny.html#
[xlvii] https://dip21.bundestag.de/dip21/btd/19/239/1923944.pdf
[xlviii] https://tkare.de/it/nuova-legge-per-la-protezione-della-popolazione-contro-il-covid/
[xlix] https://web.archive.org/web/20161125135500/https://www.weforum.org/agenda/2016/11/shopping-i-can-t-really-remember-what-that-is
[l] https://web.archive.org/web/20210427224934/https://www.weforum.org/agenda/2016/11/how-life-could-change-2030/
[li] https://ec.europa.eu/transparency/documents-register/detail?ref=COM(2018)244&lang=it
[lii] https://web.archive.org/web/20190528070711/https:/ec.europa.eu/health/sites/health/files/vaccination/docs/2019-2022_roadmap_en.pdf
[liii] https://www.fiercepharma.com/pharma/lead-covid-19-vaccine-players-will-split-100b-sales-and-40b-profits-analyst